WhatsApp ha sottolineato a più riprese, esattamente come tanti altri servizi di messaggistica istantanea, di offrire una comunicazione con crittografia end-to-end, per proteggere le conversazioni tra utenti. Tuttavia, secondo quanto reso noto da un ricercatore americano, nel codice alla piattaforma di messaggistica sembrerebbe esserci una clamorosa backdoor.
Secondo lo stesso ricercatore, la backdoor consentirebbe a Facebook o altri operatori di operare delle intercettazioni, leggendo peraltro i messaggi: la scoperta è destinata sicuramente a far discutere, considerando come nel corso del tempo la piattaforma si sia trasformata in un punto di riferimento per la conversazione di oltre un miliardo di persone.
A riportare la clamorosa notizia è il Guardian, che ha ottenuto queste informazioni da Tobias Boelter dell’Università di Berkeley (California), il quale ha sottolineato come la backdoor sia causata essenzialmente da errori nella concezione del protocollo di crittografia.
Nonostante la segnalazione a Facebook (aprile 2016), ad oggi, Menlo Park non avrebbe eliminato la backdoor, almeno secondo quanto riporta il Guardian.