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Editoriale | Magazine

Alcune tecnologie e servizi che non vedremo nel 2018

Michele Braga | 27 Dicembre 2017

Editoriale

Quali sono le tecnologie che non hanno superato il 2017 e delle quali quasi sicuramente non sentiremo più parlare nel 2018?

Come in Natura anche nel mondo della tecnologia esiste la selezione naturale con tutte le sue implicazioni. Dispositivi, servizi, software oppure app considerate un “must have” o in grado di produrre dipendenza rischiano di essere velocemente scartate quando sul mercato giunge qualcosa di nuovo, fresco e accattivante. Alcune tecnologie riescono a resistere nel tempo e a riemergere grazie a una rapida reazione evolutiva, mentre altre sono vittime dell’incapacità di cambiare per adattarsi all’ambiente circostante e agli utenti.

Quali sono, quindi, le tecnologie che non hanno superato il 2017 e delle quali quasi sicuramente non sentiremo più parlare nel 2018?

La dismissione più recente è quella dello scorso 15 dicembre, giorno nel quale, dopo 20 anni di onorata operatività, è stato spento in modo definito il servizio AIM (Aol Instant Messenger), un pezzo di storia della comunicazione su Internet. Solo il giorno prima, 14 dicembre, il voto della FCC (Federal Communications Commission) aveva smantellato il principio della Net Neutrality sul suolo americano e dettato così la fine del principio che tutte le tipologie di traffico dati su Internet devono essere trattate in modo uguale, senza limitazioni sull’accesso e sulla velocità di diffusione. In Europa la Net Neutrality è ancora una realtà, ma in una società profondamente interconnessa e dove i servizi sono dislocati sul tutto il globo è ancora difficile prevedere le ripercussioni di questo voto a livello globale. Tra i servizi che non vedremo più citiamo Google Spaces e Wunderlist. Il primo, lanciato nel 2016, sarebbe dovuto diventare un’app di messaggistica per l’organizzazione remota di piccoli gruppi collaborativi, ma in meno di un anno Google ha deciso di uccidere la sua stessa creatura considerandola un esercizio tecnico senza possibilità di futuro. Il secondo, lanciato sul mercato nel 2013 e acquisito da Microsoft nel 2015, è un servizio per la gestione degli impegni e delle cose da fare. Microsoft ha però in cantiere To-Do, sviluppato dallo stesso team che ha creato Wunderlist, e il lancio imminente di questo nuovo servizio porterà alla dismissione di Wunderlist. Questi sono solo alcuni esempi e passando ai dispositivi veri e proprio ricordiamo l’arrivo a fine carriera anche degli iPod Nano e Shuffle. Soppiantati dagli smartphone, i lettori Mp3 della Mela saranno acquistabili fino a termine scorte.