Per costruire macchine sempre più complesse, l’industria tecnologica ha bisogno di comprimere un numero sempre maggiore di componenti nello spazio minore possibile. Ogni ostacolo a questo obiettivo è un problema da risolvere, e ARM potrebbe essere riuscita a fare un passo avanti. La SIM card è indubbiamente un componente che richiede diverso spazio, anche perché, oltre alla carta in sé, è necessario ritagliare posto per le parti che la ospitano e che le permettono di comunicare con il dispositivo.
ARM, compagnia britannica che si occupa di chip design, ha messo a punto una soluzione innovativa per questo problema, che potrebbe dare nuove opportunità alle case produttrici. L’alternativa proposta si chiama iSim, una componente integrata nel processore dei dispositivi, che permetterebbe di risparmiare di ridurre lo spazio richiesto da questo componente da una media di 12,3×8,8 mm di una nanoSIM a meno di 1 mm²; vantaggi ci sarebbero anche dal punto di vista economico, dato che le spese per la componentistica sarebbero ridotte di diversi centesimi al pezzo.
Tuttavia, i primi progetti fatti dall’azienda sono rivolti ai dispositivi per l’Internet of Things, in vista della crescita che ci si aspetta da questo campo nel prossimo futuro: per esempio le reti di sensori wireless, che necessitano di una SIM per trasmettere i propri rilevamenti.
D’altronde, la diffusione di questa tecnologia nel mercato smartphone rischierebbe di incontrare forte resistenza da parte degli operatori telefonici, che rischierebbero di perdere i guadagni provenienti dalla vendita delle SIM card, tant’è che un’alternativa già presente sul mercato, la eSim, ha iniziato solo di recente ad essere installata su dispositivi come tablet e smartphone.