Prevista per quest’estate l’apertura di uno spin-off del sito che ha pubblicato centinaia di documenti segreti a carattere diplomatico. La scissione ad opera di un gruppo di “dissidenti” dal modus operandi di Julian Assange. Il nuovo sito, la cui nascita viene anticipata da un articolo del New York Times, si chiamerà OpenLeaks, si prefigge infatti di evitare l’inflluenza di figure preponderanti, come è stato per Wikileaks il suo fondatore Julian Assange, i cui comportamenti anche privati, hanno finito per danneggiare la sua creatura.
Così una dozzina di collaboratori e membri di WikiLeaks, tra cui un programmatore tedesco, Daniel Domscheit-Berg, a lungo vice di Assange, hanno abbandonato il sito per iniziare un nuovo progetto per conto proprio, ispirato a criteri di maggior trasparenza e maggior neutralità politica su cosa debba o non debba essere pubblicato.
L’accusa in sostanza è che Julian Assange abbia sfruttato la sua creatura per farsi pubblicità da solo e costruirsi l’aurea di martire della censura governativa, a scapito della missione iniziale prefissasi. Negli ultimi mesi sono stati diversi i tentativi di emulazione del “format” WikiLeaks, con la nascita di svariati siti, a carattere anche tematico. Vedremo che seguito avrà OpenLeaks.