Un nuovo brevetto del social network spione descrive un sistema in grado di estrapolare informazioni dalle foto di famiglia, dati da utilizzare in seguito per la distribuzione personalizzata dei contenuti (pubblicitari) agli utenti.
Nonostante le polemiche sullo spionaggio, le brecce di sicurezza e l’abuso degli account sperimentati dagli utenti in questo periodo, Facebook continua indefessa a perseguire gli obiettivi sanciti dal sacro principio americano del “business as usual”. E visto che il principale business di Facebook è l’advertising, la corporation ha presentato un nuovo brevetto potenzialmente in grado di estendere ulteriormente la capacità “spionistica” del social network a partire dalle foto familiari caricate dall’utente.
L’applicazione di brevetto testé presentata da Facebook descrive infatti un sistema on-line progettato per “predire le caratteristiche dell’ambiente domestico di un utente”, un modo cioè per identificare il mobilio presente in casa, i prodotti commerciali usati, i membri del nucleo familiare e altri dati utili. Una volta raccolti, tali dati potranno quindi essere impiegati per “migliorare” i consigli per gli acquisti proposti all’utente e ai suoi familiari.
Il sistema usa gli algoritmi di deep learning per “imparare” di più sull’utente a partire dalle persone presenti in una foto, coadiuvando tali apprendimenti con le informazioni testuali fornite dall’utente stesso. In tal modo il profilo pubblicitario dovrebbe essere completo, e Facebook avrebbe a disposizione dati preziosi per vendere i prodotti più indicati per l’abitazione, la famiglia e le esigenze domestiche riconducibili al profilo tracciato.
Trattandosi di una semplice richiesta di brevetto e non di un prodotto finito, è possibile che il nuovo sistema per spiare le foto domestiche a scopo di advertising non veda mai la luce nella sua forma attuale. Di certo Facebook dimostra di non temere particolari contraccolpi da un’esposizione mediatica che avrebbe già affossato aziende di dimensioni meno colossali.
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