Microsoft ha finalmente rilasciato l’ultima build del nuovo Windows 10, una release che risolve alcuni dei bug più gravi emersi in queste settimane ma ne lascia intatti altri. La risposta di Redmond? Più advertising per tutti.
Continua senza sosta la tragedia tecnologica meglio nota come Windows 10, il “sistema-operativo-come-servizio” che, almeno per il momento, ha ben servito le esigenze (economiche) di Microsoft e ha provocato gravi disservizi ai clienti paganti. L’ultimo aggiornamento del sistema contiene incompatibilità e bug piuttosto fastidiosi, e le patch risolutive non arriveranno prima del 2019.
Microsoft ha ripristinato la distribuzione di Windows 10 1809 in occasione dell’ultimo martedì di patch, aggiornando la Build del sistema a 17763.134 e promettendo la correzione dei gravi bachi sperimentati dagli utenti come la cancellazione dei documenti e l’incorretta gestione degli archivi di file. Un bug che invece non risulta ancora corretto riguarda i drive di rete connessi al sistema, oltre a un problema nell’impostazione delle applicazioni di default per l’apertura di alcuni tipi di file.
Il bug nella gestione dei drive di rete è quello che al momento fa più discutere, anche perché si tratta di un problema che era già stato segnalato all’inizio di ottobre: anche sulla nuova build di Windows 10 1809, i drive di rete a cui è stata assegnata una lettera di unità risultano disconnessi dopo il riavvio del sistema o dopo il logoff dell’utente.
Patch e advertising
Microsoft ha confermato l’esistenza del problema, suggerendo una soluzione tampone con l’uso di uno script PowerShell per riconnettere automaticamente i drive di rete disconnessi al riavvio/logon. Per una patch risolutiva occorrerà invece attendere l’anno prossimo. Altri problemi denunciati dagli utenti che hanno installato il nuovo Windows 10 1809 includono incompatibilità con i software di sicurezza di Trend Micro e crash di Edge sui PC con GPU Radeon HD2000 e HD4000 (non più supportate da AMD).
La fiera degli errori dell’OS-come-servizio si trasforma sempre più in una fiera degli orrori, e Microsoft aggiunge la beffa al danno pensando piuttosto a “monetizzare” gli utenti di PC con nuove iniziative a base di advertising: la pubblicità è arrivata anche sulla app (UWP) di posta elettronica nativa di Windows 10 (Mail), un’iniziativa che ha generato le prevedibili polemiche del caso e che ha costretto Redmond a fare marcia indietro parlando di una funzionalità “sperimentale” non pensata per essere esposta all’utenza generale. La pagina di supporto preparata dalla corporation e poi rimossa dal network smentisce senza fallo la corporation dell’advertising-come-servizio.