La petizione contro il filtraggio dei contenuti imposto dalla UE raggiunge dimensioni importanti ed è pronta per essere consegnata a Bruxeless. I lavori sulla bozza di riforma continuano.
Dopo una prima battuta d’arresto verificatasi lo scorso luglio, alla fine dell’estate il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva comunitaria sul diritto d’autore. Una riforma che la UE attendeva da quasi vent’anni, che però include alcune misure accolte molto negativamente dalla community di produttori e consumatori dei contenuti. Misure che una petizione popolare vorrebbe estirpare prima dell’approvazione della riforma.
Al momento la Direttiva sul copyright è in piena fase di “trialogo”, con i governi nazionali, la Commissione Europea e il Parlamento impegnati a limare gli ultimi dettagli prima della ratifica definitiva delle nuove norme. C’è insomma ancora tempo, suggeriscono gli attivisti, per bloccare le misure più problematiche e in particolare l’Articolo 13 della Direttiva.
L’Articolo 13 prevede l’obbligo, per gli operatori di rete, di istituire filtri automatici capaci di censurare i contenuti condivisi dagli utenti in violazione del copyright, un paradigma tecnologico potenzialmente in grado di mettere a rischio il futuro di Internet e che ha già spinto Wikipedia Italia a una clamoroso protesta a base di autocensura.
La petizione contro l’Articolo 13 ha raggiunto e superato i 4 milioni di firme, e una delegazione dei firmatari ha già presentato le suddette firme agli esponenti delle istituzioni comunitarie nella speranza di cambiare qualcosa. Una speranza che potrebbe anche non essere vana, visto che le ultime indiscrezioni parlano di una riforma ancora tutta da… riformare.
Nelle ultime bozze comparse on-line, infatti, la Direttiva non fa più riferimento a filtri obbligatori sugli upload degli utenti, limitandosi piuttosto a chiedere alle piattaforme on-line di impiegare il “massimo sforzo” nel bloccare la ripubblicazione dei contenuti non autorizzati.