Guida a tutto quanto è necessario sapere per sfruttare al meglio i componenti aggiuntivi del browser del Panda Rosso. Perché XUL passa ma la personalizzazione (forse) resta…
Nel 2017, il debutto di Firefox 57 e del progetto Quantum ha segnato un importante cambio di rotta per le politiche di Mozilla: l’unico browser open source ancora “libero” dallo strapotere di Google ha abbandonato la tecnologia XUL (XML User Interface Language) fin qui usata dagli sviluppatori di componenti aggiuntivi, ripiegando piuttosto sulla API WebExtensions già imposta da Google con l’onnipresente – e insistentemente spammato o “consigliato” dal colosso dell’advertising su tutto il suo network di servizi Web – Chrome.
WebExtensions offre indubbi vantaggi tecnologici come la compatibilità con una struttura multi-processo, l’uso di tecnologie standard del Web (in pratica i soliti HTML, CSS e JavaScript) e una minore capacità di modificare comportamento e funzionalità del browser rispetto al più complesso e capace sistema XUL.
Quest’ultimo vantaggio è anche il suo svantaggio principale, visto che la API imposta da Google non raggiunge – e mai potrà raggiungere – lo stesso livello di personalizzazione garantito in questi decenni dall’ecosistema di estensioni per Firefox. WebExtensions rappresenta in sostanza la castrazione di uno degli elementi qualificanti del browser Mozilla, ed è letteralmente un taglio netto da cui non si torna più indietro.
Ciò detto, e tenendo in considerazione il fatto che estensioni storiche ed estremamente popolari come DownThemAll! non vedranno (probabilmente) mai il passaggio alle nuove API, anche nella nuova generazione Quantum l’ecosistema di add-on – e delle Estensioni particolare – per Firefox dimostra una certa vitalità e ricchezza dell’offerta.
La pagina dei componenti aggiuntivi del browser Mozilla permette di cercare manualmente un’estensione o di seguire un “percorso tematico” in base alle diverse funzionalità del software coinvolte (segnalibri, password eccetera). Una volta individuata l’estensione desiderata, ad esempio Copy PlainText per copiare il testo senza formattazione, è possibile aggiungere immediatamente l’add-on al nostro browser facendo click sul grande pulsante blu Aggiungi a Firefox
.
Qualora l’estensione fosse già installata, il pulsante di aggiunta lascerebbe il posto a quello per l’eliminazione e quindi la disinstallazione dell’add-on. Per ogni estensione vengono fornite diverse informazioni aggiuntive, il numero di utenti che ne fa uso, le eventuali recensioni con voti da 1 a 5 stelle e molto altro ancora.
Qualora volessimo scaricare un’estensione prima di installarla, magari per conservarne una copia su disco locale, possiamo fare click col tasto destro del mouse sul pulsante Aggiungi a Firefox e quindi scegliere Salva destinazione con nome
: tutte le estensioni vengono distribuite sotto forma di file .xpi, un formato già utilizzato in passato per gli add-on XUL e che in pratica “nasconde” un semplice archivio ZIP: rinominando il file, è possibile esplorare ed estrarre i contenuti dell’archivio a nostro totale piacimento. Il metodo più immediato per installare un’estensione salvata in locale consiste invece nel trascinare il file .xpi corrispondente in una scheda di Firefox, rivedere le autorizzazioni necessarie al funzionamento dell’estensione e fare click su Installa
.
Qualora fossimo indecisi su quale add-on installare, la pagina Web per le estensioni più popolari presenta una (lunga) lista che può rappresentare un buon punto di partenza per scoprire quello che il mondo degli add-on di Firefox ha da offrire in epoca WebExtensions. Per gestire le estensioni già installate sul browser locale è invece possibile digitare about:addons
nella barra degli indirizzi per accedere alla pagina corrispondente. Da questa pagina è possibile disattivare, rimuovere o modificare le opzioni di ogni estensione oltre a cercare nuovi add-on (temi, estensioni o dizionari che siano).
Firefox Quantum ha rappresentato un salto tecnologico notevole per Firefox, un browser che ora offre performance sensibilmente migliori rispetto al passato ed è in grado di “mangiare” la RAM di sistema (quasi?) alla pari del sempre più bulimico Google Chrome. Le estensioni “castrate” in standard WebExtensions rappresentano un contraltare davvero amaro a queste importanti novità tecnologiche, anche se ulteriori possibilità di personalizzazione dell’interfaccia del browser si nascondono nell’utilizzo e nel tweaking del file UserChrome.css come vedremo in una guida futura.