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Il terremoto in Giappone scuote anche l’industria dell’hi-tech

Redazione | 15 Marzo 2011

Primi rialzi ai prezzi della componentistica di base presente in molti dispositivi dell’elettronica di consumo: dalle memorie flash NAND ai […]

Primi rialzi ai prezzi della componentistica di base presente in molti dispositivi dell’elettronica di consumo: dalle memorie flash NAND ai pannelli LCD, alle memorie DRM.

Il disastro che ha colpito in queste ore il Giappone avrà  inevitabilmente conseguenze anche sull’industria dei semiconduttori e della componentistica microelettronica, di cui il Giappone detiene un quinto della produzione a livello mondiale.
I maggiori disagi, secondo la società  di analisi di mercato iSuppli, potrebbero verificarsi nello shortage di certi prodotti (ovvero la scarsa disponibilità ) dovuta alla chiusura degli impianti produttivi. Anche se questi ultimi sono maggiormente concentrati nel Sud del Paese dove il terremoto ha fatto meno danni, l’impatto sulle infrastrutture di trasporto e sugli approvvigionamenti risulta inevitabile. iSuppli fa qualche esempio, le memorie flash NAND lunedì erano salite di prezzo di oltre il 20%, mentre le memorie DRM (Dynamic Random Access Memory), memorie random ad accesso dinamico sono cresciute di prezzo del 7% in due giorni. Si tratta di componentistica presente in ogni smartphone e tablet PC, compreso l’ultimo iPad 2 di Apple, che visto il successo nelle vendite, potrebbe essere il più penalizzato nella catena produttiva.

I principali produttori hanno tutti chiuso temporaneamente gli impianti, come riporta oggi l’agenzia stampa Reuters: Toshiba che detiene un terzo della produzione di memorie flash NAND, sta ispezionando l’unico stabilimento produttivo sito nella zona colpita dal sisma (a Iwate) e non è ancora in grado di dire quando riaprirà  la produzione. Texas Instruments ha chiuso fino a luglio i due insediamenti produttivi della zona, dirottando il 60% della produzione di componentistica verso altri siti. Canon che in Giappone detiene tre stabilimenti  di apparecchiature di ufficio e lenti per prodotti audio-visivi non è in grado di prevedere quando potrà  riaprire l’attività . E lo stesso vale per Sony che in Giappone concentra in ben otto fabbriche la produzione di periferiche ottiche, blu ray disc, batterie al lito e chip. Buona parte della produzione proveniente dal Giappone potrebbe essere assorbita da Taiwan dove già  viene realizzata molta della componentistica elettronica di base. Fortunatamente quasi tutte le industrie giapponesi dell’hi-tech hanno unità  produttive al di fuori del Giappone e anche per aziende come Apple, che resta uno dei principali acquirenti di memorie flash NAND contenute negli iPhone eiPad per memorizzare immagini, file musicali e video, fortunatamente esistono altre fonti di approvvigionamento.
L’hi-tech resta comunque puna delle principali voci del prodotto interno lordo giapponese: nel 2010 sono stati prodotti apparecchiature elettroniche per un totale di 216,6 miliardi di dollari.
Naturalmente in queste ore sono altre le priorità  e i danni all’hi-tech sono forse l’ultimo dei problemi. Segnaliamo comunque che proprio dall’industria elettronica è partita un sorta di cordata con sottoscrizioni di fondi in beneficenza delle vittime del terremoto. Apple, tanto per restare nel seminato, ha attivato su iTunes una donazione a favore del Giappone e così stanno facendo aziende come Amazon.com Sony e Toshiba.