Il colosso di Santa Clara ha inviato una nota ai partner: entro poco tempo i prodotti Itanium non saranno più ordinabili. La fine dello sfortunato progetto Itanium (anche noto come “Itanic”) si avvicina.
Intel ha inviato una nuova comunicazione riguardante il destino di Itanium, una serie di processori che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato server e che si è invece tramutata in uno dei flop storici più clamorosi della corporation. Lo “strazio” di Itanium sta comunque per finire, suggerisce ora Intel, e le pochissime aziende ancora impegnate nella vendita dovranno abbandonare definitivamente il prodotto.
La piattaforma Itanium è stata vittima della sua smisurata ambizione, oltre che delle pessime scelte del management di Intel all’alba del nuovo millennio: le CPU Itanium hanno segnato il debutto di una nuova architettura di processore chiamata IA-64, un set di istruzioni a 64-bit “nativi” che tagliava completamente i ponti col passato promettendo incrementi prestazionali significativi con un alto livello di parallelismo nella gestione dei thread.
Ma IA-64 era totalmente incompatibile con il software per i precedenti processori x86 a 16 e 32-bit, lo sviluppo di software nativo era a dir poco problematico e nonostante la forza del marketing Intel (assieme al partner storico HP) Itanium non si è mai imposto, secondo le previsioni, come lo standard di fatto per le nuove soluzioni computazionali in ambito server e Data Center (CED).
Non ha certo aiutato, in tal senso, il debutto della prima architettura a 64-bit pienamente compatibile con lo standard x86 sviluppata da AMD nel 2000 (AMD64). Intel ha provato a combattere con i denti e con tattiche di mercato decisamente sleali (come confermato dalle autorità antitrust), ma alla fine si è dovuta arrendere adottando la proposta di AMD e relegando Itanium ai pochi server ancora offerti da HP.
Le ultime notizie in arrivo da Santa Clara suonano, finalmente, la campana a morto per lo sfortunato progetto IA-64: i chip ancora in produzione (Itanium serie 9700 e C112/ C114 “Scalable Memory Buffer”) potranno essere ordinati al massimo fino al 30 gennaio 2020. La spedizione finale partirà dai magazzini Intel il 29 luglio 2021, e da allora in poi di Itanium proveranno a dimenticarsi anche in quel di Santa Clara.
Intel è da tempo impegnata a offrire i suoi costosi chip Xeon (x86-64) per il mercato server e CED, mentre HP(E) continua a essere l’unico partner interessato alla vendita e al supporto di Itanium: la corporation statunitense supporterà i clienti con macchine IA-64 fino alla fine al 2025, e quella sarà evidentemente la data finale dell’avventura tecnologica e commerciale di Itanium.