Il creatore e patron di Linux partecipa alla discussione sulla possibilità che ARM insidi la superiorità dei chip x86 in ambito CED. Non succederà, preconizza Torvalds, perché lo sviluppo multi-piattaforma “puro” è un sogno irrealizzabile.
ARM si prepara a “conquistare” il cloud computing e i data center con Neoverse, nuova piattaforma basata sulla popolare microarchitettura a bassi consumi energetici che ora il designer britannico propone in variante ottimizzata per le applicazioni CED. I chip ARM sono “buoni” per qualsiasi cosa, dice ARM, dai server del cloud computing ai dispositivi per l’edge computing (come ad esempio i PC aziendali). Neanche per sogno, risponde Linus Torvalds.
Noto ultimamente per il suo pessimo carattere e la tendenza a non mandarla a dire a nessuno, più che per la creazione e la gestione – tutt’ora operativa – del kernel Linux, Torvalds ha partecipato a una discussione su Neoverse negando la possibilità che ARM spodesti x86 in ambito data center, cloud o anche “edge computing”.
L’idea proposta da qualcuno che, quando si parla di “cloud”, il set di istruzioni (e la relativa architettura) su cui viene programmato il software non abbiano importanza è “una stronzata”, dice testualmente – e da par suo – Torvalds. Se uno sviluppatore lavora su PC x86, dice il patron di Linux, è quasi matematico che voglia far girare il suo codice su una macchina x86 anche nei server delle infrastrutture distribuite.
La possibilità di scrivere codice e poi testarlo direttamente “a casa” o in ufficio, prima di implementare quello stesso codice sui server nel modo più diretto possibile, è per Torvalds il motivo principale per cui i chip x86 (e soprattutto le potenti CPU Intel della linea Xeon) hanno negli detronizzato qualsiasi tipo di hardware “alternativo” in ambito CED. L’idea che lo sviluppo multi-piattaforma riduca questa dipendenza dalla microarchitettura x86 è fallace, spiega Torvalds, perché realizzare software per un’architettura diversa da quella di destinazione può far incorrere in ogni genere di problema di incompatibilità, stabilità o performance.
L’intervento di Mr. Linux ha prevedibilmente – e come al solito – alimentato una discussione polarizzante, e non è mancato chi come Salvatore Sanfilippo, il creatore del formato di database “volatile” Redis, ha sottolineato la facilità con cui il suo progetto multi-piattaforma si è potuto adattare all’architettura ARM.
Anche ARM è intervenuta direttamente nella questione, sottolineando come i chip Neoverse N1 SDP servano proprio a fornire una piattaforma end-to-end per lo sviluppo di codice ARM da far girare su server ARM. Alla fine, Torvalds ha dovuto aprire alla possibilità che, in futuro, le migliorie apportate all’architettura trasformino ARM in una “vera” piattaforma per lo sviluppo e il deployment di codice genuinamente multi-piattaforma e di qualità CED.