Microsoft ha anticipato i piani per quello che dovrebbe essere il futuro della sua piattaforma di computing, con un sistema operativo che si “smaterializza” nel cloud, è sempre connesso e “pensa” al posto dell’utente grazie alla IA. All’utente la scelta tra distopia o paradiso.
Anche Microsoft, come tutti i grandi protagonisti storici del mercato hi-tech ancora sulla cresta dell’onda, sta in questi giorni partecipando al Computex 2019 di Taipei: la fiera taiwanese ha rappresentato l’occasione per presentare le ultime novità del business con Microsoft 365, Windows e Azure, ma ha soprattutto permesso ai papaveri dei piani alti di tratteggiare quello che la corporation avrebbe intenzione di fare per realizzare un sistema operativo “moderno”.
Secondo le parole di Nick Parker, vice-presidente corporate per le vendite dei dispositivi consumer, l’edge computing (vale a dire quei dispositivi operanti ai margini di un network tutto cloud e “intelligenza remota”) deve evolversi significativamente per stare al passo con il progresso tecnologico sperimentato in questo momento dall’ecosistema dei PC.
Un PC moderno necessita di un sistema operativo altrettanto moderno, ha spiegato Parker, una piattaforma ideale che dovrebbe avere prima di tutto la capacità di scaricare e installare gli aggiornamenti in maniera invisibile all’utente. Un’esperienza di update deterministica, affidabile e “senza interruzioni”, vale a dire l’esatto contrario di quanto avviene ora con Windows 10 e suoi vari disastri recenti.
Questo sistema operativo moderno tratteggiato da Parker è poi “sicuro per definizione”, con lo stato del profilo utente nettamente separato dall’OS sottostante, è “sempre connesso” grazie a Wi-Fi, LTE o 5G, è costantemente “collegato” ai PC degli altri utenti – che sanno sempre dove si trovano gli uni rispetto agli altri – è usa “il potere del cloud”, vale a dire l’intelligenza artificiale distribuita di Azure, per “aiutare” gli utenti a eseguire i task del prossimo futuro.
Il piano descritto da Parker è ambizioso, discutibile e assolutamente vago, e soprattutto va in direzione opposta alle ultime decisioni prese da Microsoft in merito alla gestione dei sempre problematici update/upgrade di Windows 10. Che si tratti invece del tanto chiacchierato “Windows Lite” di cui si parla da tempo?
L’OS moderno in oggetto potrebbe in effetti essere qualcosa di completamente diverso rispetto al Windows tradizionale, un progetto destinato a concretizzare – in un futuro che non sembra tanto prossimo – la visione “cloud-centrica” del CEO Satya Nadella che però sa molto di stantìo: molte delle “modernità” ipotizzate da Parker si sono già viste nel recente passato con Windows RT, una piattaforma a base di SoC ARM estremamente limitata nella compatibilità con il software tradizionale che è stata dimenticata piuttosto in fretta nonostante le molte ambizioni iniziali.