DivX è un codec video che non ha bisogno di molte presentazioni, dal momento che è sicuramente noto a qualunque appassionato di video digitale. Il codec DivX è il fulcro di una suite di applicativi fornita in due versioni, una gratuita e una a pagamento (DivX Pro). Quest’ultima offre una serie di opzioni aggiuntive – attive per 15 giorni anche nella versione gratuita – come la conversione in DivX con un solo clic, la possibilità di usare il nuovo profilo di codifica DivX Plus Hd oppure di accedere alle impostazioni avanzate di compressione; inoltre permette di creare file non solo DivX ma anche Avi e Mkv (Matroska).
Il formato aperto Mkv, sempre più apprezzato dagli appassionati del video fai-da-te per la sua flessibilità , permette di memorizzare in un unico archivio un numero pressoché illimitato di file multimediali (filmati, colonne sonore, immagini e sottotitoli) e supporta una varietà davvero ampia di formati. Entrambe le versioni di DivX7 includono in prova per 30 giorni il modulo Dfx Audio Enhancer for DivX Player (9,51 euro Iva inclusa), che migliora la resa dell’audio esaltando sia le frequenze più basse sia quelle proprie della voce umana ed è in grado di simulare un effetto surround anche con semplici flussi stereo.
Le novità principali di DivX7 Pro sono l’adozione dello standard H.264 per la codifica dei file, il supporto del formato Mkv e il nuovo profilo DivX Plus Hd, che regola in automatico i parametri di compressione in base alla dimensione del file di output stabilita dall’utente. DivX Networks ha in atto un programma di certificazione con i produttori di lettori multimediali per assicurare la compatibilità dei nuovi apparecchi con questo profilo (i prodotti certificati esporranno un apposito logo).
Un’altra novità è la possibilità di comprimere l’audio anche con il set di algoritmi Aac (Advanced Audio Coding, o Mpeg-4 Part 3), più efficienti dell’Mp3 a parità di bit rate. Il formato Aac oggi è molto diffuso, dal momento che è utilizzato sia dagli iPod di Apple sia dalla Play Station 3 di Sony. La procedura di installazione di DivX 7 carica come di consueto tre moduli: il codec vero e proprio, il Converter e il Player. Quest’ultimo, inalterato rispetto alla release precedente, può anche masterizzare su disco ottico i file multimediali caricati nella playlist.
Il codec, identificato dal numero progressivo 6.8.5, è il cuore della suite ed è accessibile sia tramite il Converter sia dai programmi di video editing. Converter impiega un’interfaccia decisamente minimalista, ridotta a un piccolo quadrante simile a quello di un orologio da polso. Il processo di compressione è davvero semplice: si trascinano sul quadrante i file da convertire, si seleziona uno dei preset disponibili, si preme il tasto Convert e il gioco è fatto.
Chi desidera modificare i preset o crearne di nuovi deve entrare nel pannello in cui sono elencati i file da comprimere e fare clic sulla piccola icona alla loro destra in modo da aprire il pannello con i parametri di compressione. Qui si possono stabilire la dimensione massima del file in output, nonché risoluzione e bit rate sia dell’audio sia del video. Converter consente anche di raggruppare più filmati in un singolo archivio DivX completo di un menu in stile Dvd. Tale menu ha però un aspetto grafico eccessivamente semplice e non è possibile personalizzarlo a meno di acquistare il modulo aggiuntivo DivX Author, che costa 19 euro.
Inoltre, se si desidera comprimere file Mpeg-2 o Vob, è necessario installare il plug-in a pagamento Mpeg-2/Dvd (9,51 euro), che consente di scegliere quali colonne sonore e quali sottotitoli conservare nel processo di compressione.
Nelle nostre prove abbiamo apprezzato innanzitutto la semplicità di impiego del convertitore. I numerosi preset rendono il lavoro davvero facile e assolutamente alla portata del neofita. Gli utenti più esperti possono invece sperimentare con i vari parametri disponibili, primi fra tutti il bit rate e l’ingombro del file definitivo, alla ricerca del miglior compromesso tra qualità e dimensione del video. Per il test abbiamo usato clip FullHD (1.920 x 1.080 pixel), con scene complesse e con movimenti molto irregolari, per mettere alla prova la capacità degli algoritmi H.264 implementati in DivX 7.
I risultati ottenuti sono stati di buon livello, addirittura ottimo a patto di non spingere troppo sulla compressione. Partendo da un video da 42 Mbyte e con un bit rate di 14,5 Mb/s, con il preset Hd 1080 abbiamo ottentuto un file di 26 Mbyte e un bit rate di 9 Mbit/s praticamente indistinguibile dall’originale.
Ma si può fare di più: dimezzando il bit rate a 4,5 Mbit/s il file è sceso a 13,3 Mbyte pur mantenendo un’elevata qualità visiva. Solo dimezzando ulteriormente il bit rate (2,25 Mb/s e 6,7 Mbyte) sono diventati visibili artefatti e solarizzazioni, in particolare nelle zone di colore uniforme. Ma anche in questo caso limite non risutlavano percebibili le classiche quadrettature tipiche dell’Mpeg-2 e Mpeg-1, grazie al filtro di deblocking che compie un ottimo lavoro nel ridurre la visibilità dei macroblocchi in cui è suddivisa l’immagine. In definitiva, l’adozione dello standard H.264 consente di ottenere video che a parità di compressione mostrano meno artefatti rispetto all’edizione precedente di DivX. Si tratta di un miglioramento non da poco.