Successivo
RUB LIBRI PC PROFESSIONALE

Tech

Datacrazia. Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data

Federico Vergari | 20 Luglio 2019

Libri

Gli algoritmi, spesso descritti come strumenti neutrali e oggettivi in realtà sono strumenti per (far) leggere e (far) interpretare la […]

Gli algoritmi, spesso descritti come strumenti neutrali e oggettivi in realtà sono strumenti per (far) leggere e (far) interpretare la realtà.

Datacrazia. Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data
Titolo: Datacrazia. Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data / Autore: Daniele Gambetta (a cura di) / Editore: D Editore / Pagine: 360 / Prezzo: 15,90 euro

Se state pensando a un altro (l’ennesimo) saggio sui big data e sulla gestione delle informazioni che è possibile raccogliere dalla Rete… beh, vi state sbagliando. Che Datacrazia sia un libro diverso da tutti gli altri è intuibile sin dall’inizio, dall’introduzione del curatore Daniele Gambetta che per introdurre il lavoro cita, spiazzandoci tutti (positivamente) niente meno che Italo Calvino e il suo saggio Cibernetica e fantasmi. Ora – ammettiamolo – tutto ci saremmo aspettati ma non che fosse chiamato in causa Calvino in un simile contesto. E – lo avrete capito – la cosa non ci ha lasciato indifferenti e ci è parecchio piaciuta. 

Datacrazia entra subito nel vivo, sin dalle primissime pagine. L’obiettivo del volume è quello di raccontare i cambiamenti che viviamo ogni giorno (facilitati dalla sempre più ingombrante presenza delle tecnologie digitali) e che stanno trasformando la società: dalla politica alla ricerca scientifica, dai rapporti sociali alle forme di lavoro, in modo tutt’altro che trasparente. Gli algoritmi, spesso descritti come strumenti neutrali e oggettivi in realtà sono strumenti per (far) leggere e (far) interpretare la realtà. Giudicano medici, ristoranti, insegnanti e studenti, concedono o negano prestiti, valutano lavoratori, influenzano gli elettori, monitorano la nostra salute. 

Datacrazia indaga, con spirito multidisciplinare e critico, i rischi e le potenzialità delle nuove tecnologie, provando a immaginare un futuro plausibile che possa (magari) anche rivelarsi all’altezza delle nostre aspettative.