La “piccola” AMD continua a guadagnare terreno sulla rivale di sempre nei cuori (e nei PC) degli utenti, mentre Intel è ancora impegnata ad affrontare i soliti problemi produttivi di questi (ultimi) anni.
Come dimostrano i dati di vendita di questi ultimi mesi, AMD sta vivendo un’autentica rinascita grazie alle CPU Ryzen basate su architettura Zen. I processori AMD di nuova generazione sono più popolari che mai, e al momento Intel gioca addirittura un ruolo secondario se si prendono in considerazione le informazioni fornite dai grandi distributori on-line come Amazon.
Nella classifica delle CPU più vendute sulla versione americana dello store di Jeff Bezos, infatti, le prime dieci posizioni sono al momento tutte occupate da CPU AMD: il processore più acquistato dai clienti è AMD Ryzen 7 2700X, una CPU che al prezzo (scontato) di $240 offre 8 core, 16 thread e una velocità “Turbo” massima da 4,3GHz.
Sulla versione italiana di Amazon, invece, Intel offre prestazioni di mercato leggermente migliori ancorché debba fare i conti con un gran numero di CPU AMD nelle prime posizioni: la CPU più venduta su Amazon.it è Intel Core i5-9600K, AMD arriva subito dopo con Ryzen 5 2600 ma occupa sette delle prime dieci posizioni.
L’architettura Zen (e il recentemente svelato “sequel” Zen 2) rappresenta un successo a dir poco straordinario per AMD. Soprattutto in Europa, dove stando a una ricerca di European Hardware Association (EHA) il 60% degli utenti preferisce ormai le CPU “in rosso” rispetto a quelle di Chipzilla. Santa Clara continua invece a soffrire sul fronte delle GPU, dove NVIDIA la fa come al solito da padrona; chi acquista una CPU AMD, comunque, quasi sempre vi associa una GPU discreta Radeon.
Intel è ancora alle prese con le ben note difficoltà a produrre un numero di CPU sufficienti a soddisfare le richieste di mercato, fatto questo che non può non favorire ulteriormente AMD sul fronte delle vendite. Non è un caso che continuino a circolare i rumor sulla volontà della corporation di servirsi delle fonderie di Samsung per realizzare una parte delle sue CPU, indiscrezione ufficialmente smentita da Intel che dice di voler sfruttare i servizi esterni per la produzione di chip che non siano processori per PC.