La linea di prodotti per il videocontrollo Ring fa discutere ancora: Amazon ha confermato al Congresso USA di aver licenziato alcuni impiegati che si “intrattenevano” con i feed video degli utenti.
Più che un sistema di controllo e videosorveglianza accessibile da remoto, la linea Ring di Amazon continua a fare notizia per l’assoluta mancanza di rispetto della privacy degli utenti. Il colosso di Jeff Bezos ha ora dovuto ammettere il licenziamento di alcuni dipendenti, colpevoli di aver visionato contenuti video che non avrebbero dovuto visionare.
L’ennesima ammissione di “colpevolezza” di una corporation che ha un rapporto problematico (e a tratti inquietante) con la privacy è arrivata per mezzo di una lettera inviata al Congresso USA, missiva in cui Amazon ha confermato di aver licenziato almeno quattro dipendenti per l’accesso immotivato ai feed dei proprietari di dispositivi Ring.
Gli impiegati licenziati erano in realtà autorizzati ad accedere ai video degli utenti, dice Amazon, ma un’indagine interna ha confermato che i feed consultati nei casi in oggetto sarebbero dovuti rimanere totalmente privacy. La corporation dice ora di condurre revisioni periodiche sugli accessi degli impiegati ai video registrati tramite i gadget Ring, anche se non ha chiarito la nazionalità e il luogo da cui i dipendenti infedeli avevano consultato i feed degli utenti americani.
Sia come sia, il nuovo caso di accesso non autorizzato interno all’azienda conferma la tendenza del brand Ring a farsi beffe della riservatezza dei clienti: nel recente passato le videocamere per il controllo remoto di Amazon erano già finite nelle cronache informatiche per la condivisione pubblica di coordinate geolocalizzate eccessivamente precise, oltre che per la violazione da parte degli hacker tramite credenziali di accesso compromesse. Nei soli Stati Uniti, Amazon è al momento impegnata a collaborare con 770 diverse forze dell’ordine per fornire l’accesso ai video di Ring in caso di necessità.