Google ha avviato la sperimentazione dell’ennesima novità “controversa” di Chrome, un browser che vuole spezzare le gambe alle estensioni blocca-pubblicità ma anche modificare radicalmente il concetto di URL. Il classico indirizzo Web deve andare in pensione, strombazza Google, e il processo di dismissione procede ora con l’eliminazione dai risultati di ricerca nell’onnipresente engine di Mountain View.
Gli utenti che si troveranno a effettuare ricerche in Google tramite le future versioni di Chrome non saranno più “esposti” all’URL completo della query di ricerca: al posto dell’indirizzo Web univoco, il browser di Mountain View si limiterà a visualizzare i termini che compongono la suddetta ricerca nella barra degli indirizzi di Chrome (Omnibox).
La nuova funzionalità è già disponibile dalla versione 71 di Chrome ma è disabilitata di default, e ora Google ha deciso di sperimentare concretamente i suoi effetti su un numero limitato di utenti. Per ora, dalla Omnibox è ancora possibile ripristinare la visualizzazione dell’URL tramite il Menu Contestuale e il comando “Show URL”.
L’URL (Uniform Resource Locator) è da sempre un elemento pensato per identificare in maniera univoca una risorsa o un documento accessibili tramite browser (online o anche offline), ma stando a quanto sostiene Google una delle convenzioni storiche del Web non è più adatta all’esperienza di rete moderna.
Google ha reso nota da tempo la volontà di “uccidere” l’URL, perché l’URL non sarebbe più in grado di identificare in maniera adeguata l’“identità” di un sito o un servizio di rete. Qualora la novità venisse accolta male dall’utenza, la corporation dell’advertising potrebbe sempre fare una precipitosa marcia indietro come già avvenuto con le favicon infilate nei risultati di ricerca.