Prima vittoria di Amazon nella guerra legale contro Microsoft, e soprattutto contro l’amministrazione USA capeggiata da Donald Trump che avrebbe preferito il cloud di Redmond per puro capriccio di “Mr. President”. Il contratto JEDI (Joint Enterprise Defense Infrastructure) viene messo in pausa, e ora la parola dovrebbe passare al processo propriamente detto.
Amazon, il fatto è oramai noto, lamenta il coinvolgimento diretto di Trump nella decisione di non assegnare il contratto JEDI alla corporation di Jeff Bezos: il progetto investe 10 miliardi di dollari per la realizzazione di una nuova infrastruttura cloud necessaria ad ammodernare i sistemi informatici del Pentagono, e secondo gli analisti il soggetto più qualificato per portare a termine l’impresa era proprio Amazon con AWS.
Al bando per JEDI hanno partecipato diverse aziende incluse Oracle e IBM, ma nell’aprile dello scorso anno il Dipartimento della Difesa (DoD) americano aveva ridotto la lista a due: Amazon e Microsoft. Amazon avrebbe dovuto vincere secondo il parere di molti, e invece JEDI venne alla fine assegnato a Redmond.
Amazon sostiene di essere stata danneggiata nelle sue legittime aspettative commerciali per intervento diretto di Trump, che a quanto pare voleva “fottere” la corporation di Jeff Bezos; in attesa di verificare tale fatto, il giudice Patricia Campbell-Smith ha ora accolto la richiesta di Amazon di bloccare l’esecuzione del progetto JEDI in via precauzionale. Al processo, Amazon vorrebbe convocare il presidente USA come testimone diretto dei fatti.