Brave è il browser alternativo che usa la pubblicità non invasiva per autofinanziarsi, un software di navigazione che prova a differenziarsi in un mercato sempre più inflazionato proponendo prestazioni migliorate e, buon ultima, l’integrazione con il servizio Wayback Machine per rendere più accessibile il Web cancellato o censurato alla fonte.
Wayback Machine “fotografa” lo stato dei siti Web in un momento specifico nel tempo, archiviando poi i dati a futura memoria grazie ai capaci server dell’Internet Archive (IA). IA e Brave hanno ora stretto una partnership che prevede il supporto “nativo” delle funzionalità della Wayback Machine nell’ultima versione disponibile del browser indipendente.
L’Internet Archive sottolinea l’importanza della partnership nel rendere il Web pubblico più accessibile e meno dipendente dagli umori politici del momento, e per evidenziare l’utilità di Wayback Machine viene citata la pagina della Casa Bianca sui cambiamenti climatici cancellata dopo la calata a Washington del negazionista newyorkese Donald Trump. Tale pagina non è più accessibile sul server originale ma è stata conservata tra la cronologia dell’Internet Archive.
Grazie a Wayback Machine, gli utenti di Brave dovrebbero essere parzialmente immuni dalla proliferazione di errori 404 con le pagine Web inaccessibili, e l’integrazione con il servizio permetterà al browser di trattare anche gli altri messaggi di stato previsti dal protocollo HTTP come 410, 451, 500, 50x e 52x. L’integrazione di Wayback Machine è attiva da Brave 1.4, versione del browser già scaricabile dal sito ufficiale.