Atom nasce, nelle intenzioni di Intel, come una piattaforma versatile, economica e dai consumi ridotti, la base perfetta su cui realizzare personal computer a basso costo. E se inizialmente i vari netbook e nettop erano progettati rispettando questa filosofia, molto presto l’enorme successo e le richieste del mercato hanno deciso per un netto cambiamento di rotta.
È infatti innegabile che i netbook e nettop oggi a scaffale tradiscano le vere peculiarità di Atom: i primi si orientano sempre più sulla fascia dei 400 euro, mentre i secondi, nella loro derivazione Lcd-Pc, sfondano il muro dei 500 euro. Intendiamoci, il prezzo è corretto per l’hardware che sta intorno ad Atom (batterie a sei celle, schermi sempre più grandi e con funzionalità touch screen) ma oggi chi vuole un’alternativa davvero economica non la trova in Atom. In questo scenario c’è però chi si muove controcorrente: l’italiana Abaco, per esempio, ha presentato Primo, il primo desktop che scende sotto la barriera psicologica dei 100 euro. Per limare all’osso il costo è stato necessario ridurre ai minimi termini anche la dotazione, ma questo non vuol dire che il Primo sia un sistema scadente. Proprio per valutare che cosa si acquista con 99 euro abbiamo richiesto in prova la versione base e, nell’ottica degli aggiornamenti minimi, abbiamo aggiunto l’upgrade della memoria (2 Gbyte) e del disco rigido (80 Gbyte), portando il prezzo in questo caso a 151 euro. Ma vediamo nel dettaglio.
Una delle peculiarità più interessanti di Primo è che viene venduto in kit da assemblare. I più pigri possono pagare un sovrapprezzo (19 euro) e ricevere il sistema già montato, ma il nostro consiglio è quello di optare per il kit di montaggio. Niente paura se non siete pratici e non avete mai messo le mani in un Pc, Primo è diverso anche in questo: basta un semplice cacciavite, non c’è nessun processore da installare, nessuna scheda grafica o di espansione da montare e sono davvero nulle le possibilità di errore. Sul sito del produttore è possibile trovare la guida passo-passo all’installazione e, sebbene siano dichiarati 30 minuti per il montaggio, si tratta di un valore molto cautelativo: ne bastano 10-15 anche se siete alle prime armi.
Scheda madre e processore sono un tutt’uno: si tratta infatti della piattaforma D945GCLF di Intel che, in un formato mini Itx (17,1 x 17,1 cm), include il processore Atom 230 e il collaudato chipset 945GC con grafica integrata GMA950. La Cpu è direttamente saldata sulla scheda madre e non necessita dunque di alcuna installazione. I consumi di Atom sono ridotti (solo 4 watt) e la riprova la si può notare anche a occhio: il dissipatore dotato di ventola sulla scheda madre non è quello del processore, ma quello del chipset: ad Atom basta un dissipatore totalmente passivo. L’espandibilità , visto anche il fattore di forma, è limitata ma non limitante: sulla scheda madre sono integrati due connettori Sata e uno Ide, mentre, per chi vuole aggiungere una scheda di espansione, l’unico slot è di tipo Pci. Più che discreta la dotazione di porte Usb, visto che sul retro sono presenti 4 connettori, mentre altri 2 sono disponibili direttamente sul frontale. Per quanto riguarda la memoria di sistema, la scheda madre dispone di un unico zoccolo in cui, nella versione base, è installato un modulo di Ddr2 da 512 Mbyte (tale quantitativo può essere portato fino a 2 Gbyte).
Inusuale la scelta del disco rigido, visto che di default non è installata un’unità magnetica tradizionale, ma una memoria flash (scheda CompactFlash da 4 Gbyte) tramite adattatore su connettore Ide. Anche se è una soluzione “allo stato solido” non si può certo considerarla un Ssd, da cui differisce completamente per prestazioni e filosofia costruttiva. Sebbene 4 GB siano più che sufficiente per un’installazione base, l’esigua riserva di spazio a disposizione rendono l’upgrade a un vero disco rigido caldamente consigliabile. Utilizzare Windows XP e rientrare nel tetto di spesa era impensabile, per questo le due alternative sono avere Primo senza sistema operativo oppure con XUbuntu installato. Quest’ultimo, rispetto a Ubuntu, utilizza come ambiente desktop Xfce, che necessita di meno risorse rispetto a Gnome o a Kde ed è dunque adatto anche alle configurazioni meno potenti. Per rimanere sotto la soglia psicologica dei 100 euro la configurazione hardware è stata davvero assottigliata al massimo e non deve dunque stupire, oltre alla mancanza di mouse e tastiera, l’assenza di un lettore ottico. Chi volesse dunque installare un nuovo sistema operativo deve mettere in cantiere di recuperare un lettore ottico esterno o usare una pen drive.
Come abbiamo visto sono molte le analogie, dal punto di vista hardware e software, con i primi netbook, come sugli stessi livelli sono le prestazioni che è in grado di offrire. Durante i nostri test di utilizzo (impiegare i nostri benchmark su base Windows era non solo impossibile ma anche insensato), la macchina si è dimostrata più che reattiva in quello che dovrebbe essere il suo campo di impiego: navigazione Internet, creazione di documenti e fogli di calcolo, consultazione della posta elettronica e fruizione di contenuti audio/video. Per quanto riguarda il telaio, la configurazione base include un mini tower dotato di alimentatore integrato da 400 watt, valore ben superiore a quanto richiesto da un sistema che, in condizioni di picco, necessita di soli 42 watt. Buone, nonostante le dimensioni, le possibilità di espandibilità del telaio che può accogliere un’unità da 5,25″, due dischi rigidi da 3,5″ e due da 2,5″. Quest’ultimo aspetto, ovvero il supporto anche ai dischi da notebook, è da sottolineare: qualsiasi vecchio disco voi abbiate, non importa il fattore di forma, potete tranquillamente riciclarlo.
Prestate particolarmente attenzione in fase di configurazione: Primo è un desktop estremamente economico, ma che può diventare eccessivamente costoso. Infatti mettendo tutte le opzioni e aggiungendo accessori come tastiera/mouse, webcam e monitor si arriva a ben 625 euro, cifra davvero elevata visto che il cuore del sistema rimane sempre la piattaforma Atom.
Il nostro consiglio, insomma, è di prendere Primo nella versione base o, al più, con minimi aggiornamenti. Un’ultima nota: proprio prima di andare in stampa il produttore ha annunciato il rinnovo del telaio, con un nuovo look (e tutto a parità di configurazione e prezzo).
Da PC Professionale di giugno 2009