Facebook ha recentemente interrotto le vendite di Oculus Go, ma il team di sviluppo continua nella ricerca di soluzioni accessibili a tutti che offrono allo stesso tempo migliori prestazioni e comfort. Tra i prototipi più interessanti ci sono gli occhiali per la realtà virtuale che sfruttano una tecnologia olografica, invece delle comuni lenti rifrattive.
Gli attuali display VR sono composti da tre componenti principali: una fonte di luce (ad esempio i LED), un pannello sul quale viene mostrata l’immagine (ad esempio un pannello LCD) e un’ottica che mette a fuoco l’immagine in modo che gli occhi possano vederla (ad esempio una lente di plastica o vetro). I primi due sono piuttosto sottili e leggeri, mentre il terzo è quello che incide maggiormente sull’ingombro e il peso.
La soluzione adottata da Facebook è sostituire le comuni lenti rifrattive con lenti olografiche. L’immagine tridimensionale viene ottenuta dall’interazione della luce laser con le lenti. Per la messa a fuoco è tuttavia necessario un spazio vuoto tra il display e le lenti. Questo spazio può essere ridotto con una tecnica, denominata “polarization-based optical folding“, che permette di controllare la luce in modo che possa muoversi in avanti e all’indietro all’interno dell’obiettivo. Lo spazio vuoto viene quindi attraversato più volte, consentendo di ridurre il volume complessivo.
Un altro vantaggio delle lenti olografiche è rappresentata dalla qualità visiva. I comuni display LCD possono riprodurre solo lo spazio colore sRGB, una piccola frazione dei colori che l’occhio umano può vedere. Usando il laser come sorgente di luce si possono riprodurre un numero maggiore di colori. La tecnologia non è ancora matura, quindi passerà molto tempo prima di vedere i nuovi occhiali VR sul mercato.