Intel ha confermato i problemi relativi alla nuova tecnologia di processo, posticipando al 2022 il lancio delle CPU a 7 nanometri. Ciò ha avuto ripercussioni sull’organizzazione aziendale con il licenziamento di un dirigente. Nel frattempo circolano voci sui partner di Intel per l’eventuale produzione esterna dei chip. Tra i possibili nomi spunta quello di Samsung.
Intel ha seguito finora il cosiddetto modello IDM (Integrated Device Manufacturer) per la progettazione, produzione e vendita dei processori. Il suo diretto concorrente AMD utilizza invece un modello Pure-play, in base al quale la produzione dei chip viene affidata a fonderie di terze parti (TSMC nel caso di AMD). Intel ha sempre realizzato in-house i suoi processori, affidando in outsourcing solo la produzione di chip secondari.
Il CEO Bob Swan ha dichiarato che l’azienda potrebbe seguire un approccio più pragmatico, chiedendo l’aiuto di partner esterni per la produzione dei processori a 7 nanometri. Uno dei possibili candidati è TSMC, attualmente leader mondiale nella fabbricazione di chip. L’azienda taiwanese ha avviato da tempo le linee produttive a 7 nanometri, utilizzando la litografia EUV (Extreme Ultraviolet).
Secondo gli esperti del settore, Intel non affiderà la produzione delle sue future CPU a TSMC, in quanto TSMC è già partner di AMD, suo principale rivale nel mercato PC. Maggiori probabilità di ottenere un contratto sono state invece assegnate a Samsung. Le fabbriche dell’azienda coreana realizzano processori mobile a 7 nanometri, quindi non è in diretta concorrenza con Intel.
Tra l’altro Intel preferisce utilizzare impianti produttivi sul suolo statunitense (anche per motivi geopolitici). Samsung possiede una fabbrica ad Austin (Texas), ma non è attualmente in grado di produrre chip a 7 nanometri. Il gigante coreano dovrà quindi aggiornare le linee produttive se vuole diventare un partner di Intel.