In attesa di virtualizzare le applicazioni Windows, Chrome OS non riesce nemmeno a far girare le app native senza disagi e consumi spinti al massimo. L’OS Internet-dipendente è stato aggiornato di recente, e l’update ha costretto un certo numero di utenti a sperimentare un consumo eccessivo della CPU con conseguente instabilità dell’esperienza di utilizzo.
Il problema si è presentato dopo l’aggiornamento di Chrome OS alla versione 85.0.4183.108 e successive, una procedura il cui effetto finale include l’utilizzo della CPU del Chromebook fisso al 100% per periodi di tempo prolungati, dispositivi surriscaldati, batterie prosciugate e altri disagi assortiti.
L’instabilità di Chrome OS non riguarderebbe tutti i Chromebook in commercio, con report confermati dagli utenti di gadget prodotti da Acer, ASUS e Samsung (Galaxy). Dietro l’abuso della CPU ci sarebbe il servizio dello store Google Play deputato al download degli aggiornamenti, un componente che con tutta l’evidenza del caso non avrebbe ragione di funzionare per tutto il tempo e di prendersi tutta la capacità di calcolo della CPU.
Qualche utente ha risolto (parzialmente) il problema terminando il servizio fallato tramite il Task Manager di Chrome OS, mentre altri hanno reinstallato una vecchia versione di Google Play in attesa di un fix. Google sostiene che l’impazzimento di Google Play sarebbe dovuto alla mancanza di alcuni file in Chrome OS, ma il bug non risulta al momento assegnato a uno sviluppatore ufficialmente in forze a Mountain View.