L’azienda di Redmond ha pubblicato un documento sul sito di supporto per confermare la compatibilità di Office 2019 e Microsoft 365 con i nuovi Mac basati su architettura ARM. Al primo avvio delle app si noterà però un leggero ritardo dovuto alla tecnologia Rosetta 2.
Tutte le app sviluppate dall’azienda di Cupertino supportano il processore Apple M1 e i precedenti processori Intel, grazie all’uso di binari universali (un unico file eseguibile per entrambe le architetture). Le versioni x86 di Word, Excel, PowerPoint, Outlook, OneNote e OneDrive possono essere installate sui nuovi Mac con chip ARM. Microsoft consiglia di utilizzare quelle più aggiornate (build 16.43), in quanto sono state effettuate ottimizzazioni per macOS Big Sur.
Nella pagina di supporto è scritto che il primo avvio delle app richiederà più tempo perché il sistema operativo deve generare il codice ottimizzato per il processore Apple M1 (i successivi avvii saranno più rapidi). Gli utenti noteranno che le app “rimbalzano” nel dock per circa 20 secondi, ovvero fino al completamento del processo. La frase relativa ai 20 secondi è stata successivamente eliminata.
La “traduzione” del codice viene effettuata da Rosetta 2. La tecnologia è la soluzione temporanea sviluppata da Apple per consentire agli sviluppatori di creare un file binario universale. Il processo di conversione richiede tempo, quindi gli utenti noteranno un leggero ritardo nell’avvio delle app. Rosetta 2 non può tradurre le estensioni del kernel e le app di virtual machine. Apple non offrirà Boot Camp per i nuovi Mac, in quanto la versione ARM di Windows 10 è disponibile solo ai produttori di PC.