Dopo la scoperta di un ricercatore che ha messo in allarme diversi esperti di privacy, l’azienda di Redmond ha deciso di apportare alcune modifiche al Productivity Score di Microsoft 365. In particolare, Microsoft non visualizzerà più i nomi dei dipendenti nelle metriche, ma solo i dati in forma aggregata.
Jared Spataro, Vice Presidente di Microsoft 365, spiega che l’adozione dello smart working in seguito allo scoppio della pandemia COVID-19 ha evidenziato la necessità di cambiare il modo in cui i lavoratori collaborano tra loro. Microsoft crede che i dati sulla produttività siano importanti per apportare miglioramenti all’interno dell’organizzazione aziendale, ma ciò deve avvenire nel rispetto della privacy.
La funzionalità Productivity Score (Punteggio di produttività), disponibile in Microsoft 365 da alcune settimane, mostrava i nomi dei dipendenti in alcune metriche, consentendo quindi al datore di lavoro il tracciamento delle loro attività per un periodo di 28 giorni. Questa opzione è stata ora completamente eliminata. Quindi le sei metriche interessate (comunicazione, riunioni, collaborazione, team work e mobilità) mostrerà solo dati aggregati, per cui non sarà possibile rilevare l’uso di app e servizi da parte dei dipendenti.
Nessun cambiamento invece per le rimanenti tre metriche (analisi endpoint, connettività di rete e Microsoft 365 Apps Health), in quanto servono per identificare eventuali problemi per dispositivi, rete e app. Microsoft modificherà inoltre l’interfaccia utente per chiarire che Productivity Score serve solo per verificare l’adozione della tecnologia, non per tracciare le attività dei singoli utenti.
Con queste novità Microsoft crede di aver soddisfatto le richieste, ma l’azienda di Redmond accetta ulteriori suggerimenti per effettuare altre necessarie modifiche al servizio.