Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un procedimento contro TikTok. Il popolare social network viene ritenuto responsabile di quattro violazioni: scarsa attenzione alla tutela dei minori, divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti, impostazioni predefinite non rispettose della privacy.
TikTok è diventato molto popolare tra i giovanissimi, nonostante il divieto di iscrizione ai minori di 13 anni. Il Garante afferma che questo vincolo è facilmente aggirabile, inserendo una data di nascita falsa. L’azienda cinese non rispetta quindi la normativa italiana sulla privacy, in base alla quale è obbligatorio ricevere il consenso autorizzato dei genitori per gli utenti con età inferiore ai 14 anni.
Il Garante evidenzia inoltre che
L’informativa rilasciata agli utenti è standardizzata e non prende in specifica considerazione la situazione dei minori, mentre sarebbe necessario creare una apposita sezione dedicata ai più piccoli, scritta con un linguaggio più semplice e con meccanismi di alert che segnalino i rischi ai quali si espongono.
Il social network imposta il profilo dell’utente come pubblico, senza consentire la scelta al momento dell’iscrizione (opt-in), quindi in contrasto con la normativa sulla protezione dei dati personali. TikTok conserva inoltre i dati per un tempo indefinito rispetto agli scopi per i quali sono raccolti, non indica le modalità di anonimizzazione e non specifica i paesi extra UE verso i quali vengono trasferiti i dati.
Nonostante le problematiche siano oggetto di discussione del comitato che riunisce le autorità europee, il Garante ha comunque deciso di avviare un’istruttoria nel mese di marzo. TikTok avrà ora 30 giorni per inviare memorie difensive e chiedere di essere ascoltata. L’azienda è al centro di uno scontro tra Stati Uniti e Cina, il cui esito è ancora ignoto.