La richiesta della SIAE a Meta
Non c’è pace tra Meta e SIAE. Continua senza sosta la polemica e il braccio di ferro tra le parti, dopo il mancato rinnovo dell’accordo per la riproduzione delle canzoni italiane su Instagram e Facebook.
Nelle scorse si è svolta un’audizione presso la commissione Cultura della Camera. Qui hanno preso parte non solo il ministro Sangiuliano, ma anche il presidente SIAE Salvo Nastasi, così come alcuni dei rappresentati di Meta. Ma da quanto emerso c’è ancora tanta, troppa distanza affinché tutto possa risolversi in tempi brevi.
E non sono mancate accuse ambo le parti. Da una parte la SIAE ha accusato Meta di trattare come il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Ha fatto sapere di aver comunicato la rimozione delle canzoni da lei gestite a partire dalle 18:00. Dall’altra l’azienda di Mark Zuckerberg, attraverso Angelo Mazzetti, sostiene invece che la SIAE abbia preteso una cifra quattro volte superiore la precedente. A sua volta la società ha smentito.
In precedenti comunicati la SIAE ha fatto presente più volte che Meta non avrebbe mai fornito i dati richiesti di modo da poter stabilire un compenso alla pari e per tale ragione ha dato un ultimatum. Secondo quanto espresso da Nastasi non saranno i creator a rimetterci, potranno sempre utilizzare quanto rimasto a disposizione, ma sarà un problema per gli autori italiani. Per questo si è arrivati a richiedere l’intervento delle istituzioni.
Come dicevamo Meta è ferma nella propria posizione e ha raccontato una versione differente della storia. La piattaforma fa sapere che l’aumento del 400% non è stato mai motivato. Oltretutto hanno precisato di non aver ricevuto alcun modello economico a supporto. Dal canto suo l’azienda ha spiegato di aver introdotto una trattativa alzando l’asticella dell’offerta e di averla incrementata con il progredire dei negoziati.
Secondo i rappresentati di Zuckerberg la SIAE si sarebbe rifiutata di scendere al di sotto del +310%. Sangiuliano ha detto che farà il possibile affinché possano proseguire le trattative e la SIAE è ben disposta a non chiudere del tutto il confronto. Ma ci sarà da lavorare parecchio!