Seagate, dopo i primi esperimenti con AMD degli scorsi mesi, è il primo produttore a presentare sul mercato un disco di archiviazione dotato di interfaccia Sata III a 6 Gbit/s.
Il disco prende il nome di Barracuda XT (ST32000641AS) e utilizza le tecnologie attualmente impiegate sulla famiglia Barracuda insieme a una innovativa interfaccia di comunicazione Sata III a 6 Gbit/s.
La capacità di 2 Tbyte, unita alla velocità di rotazione di 7.200 giri al minuto e alla cache di 64 Mbyte, permettono una velocità di picco di 138 Mbyte/s; dato che fa pensare…
Lo standard Sata II attualmente utilizzato da tutti è infatti accreditato di 3 Gbit/s teorici che, insieme ai più moderni Ssd, può tradursi in una velocità massima reale di circa 260 Mbyte/s, quasi il doppio del modello Seagate qui presentato.
Di conseguenza il Sata III (pienamente retro compatibile con Sata I e II) non sembra servire molto a questo prodotto. Piuttosto sarà necessario per la prossima generazione di Ssd, pronti a infrangere la barriera dei 300 Mbyte/s con un singolo disco. Allora perché Seagate spinge sul Sata III? Che ci siano svolte allo stato solido all’orizzonte del più grande produttore di dischi?