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Windows 10 April 2018 Update

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Windows 10, evoluzione a marce forzate

Dario Orlandi | 7 Giugno 2018

Editoriale Microsoft Windows

Microsoft ha imposto a Windows 10 un ciclo di sviluppo davvero incalzante: la maggior parte degli utenti non ha ancora finito di scoprire le novità inserite nell’ultimo Fall Creators Update ed è già ora di un nuovo aggiornamento.

Microsoft ha imposto a Windows 10 un ciclo di sviluppo davvero incalzante: la maggior parte degli utenti non ha ancora finito di scoprire le novità inserite nell’ultimo Fall Creators Update ed è già ora di un nuovo aggiornamento. Questa tabella di marcia garantisce un’evoluzione rapida e continua delle funzioni del sistema operativo, ma ora che l’entusiasmo per l’attivismo di Microsoft è un po’ scemato e gli utenti hanno potuto iniziare a toccare con mano tutte le ricadute di questa strategia, iniziano a emergerne anche i lati oscuri.

Il più ovvio è la difficoltà di portare a compimento l’integrazione delle novità più significative e corpose: chi ha seguito lo sviluppo di Windows 10 installando le versioni preliminari distribuite tramite il canale Insider ha potuto testare già in passato la novità più significativa dell’ultimo update (la funzione Timeline), introdotta poco meno di un anno fa e poi eliminata dal precedente Fall Creators Update per garantire più tempo agli sviluppatori. Lo stesso è avvenuto anche con l’ultimo aggiornamento: i nuovi appunti basati sul cloud e condivisi tra i dispositivi, introdotti insieme alla Timeline, sono stati rimandati (probabilmente all’aggiornamento d’autunno) e la stessa sorte è toccata anche ai Set, una funzione interessante che consente di accorpare in una sola finestra più programmi, accessibili poi con un’interfaccia a schede.

Se da un lato Microsoft fatica a tenere il passo che si è imposta, dall’altro anche un numero crescente di utenti inizia a manifestare qualche segno di fatica: versione dopo versione, infatti, Microsoft non aggiunge soltanto nuove funzioni, ma modifica l’organizzazione delle impostazioni (proseguendo nell’opera di migrazione delle opzioni dal Pannello di Controllo alla nuova app Impostazioni), riorganizza le finestre, sposta le funzioni da un punto all’altro dell’interfaccia e (per fortuna solo saltuariamente) elimina strumenti e opzioni dal sistema operativo.

Il risultato è un ambiente fin troppo dinamico e cangiante: capita di non ritrovare più nella stessa posizione la funzione o l’impostazione cercata, o viceversa che novità potenzialmente interessanti non vengano utilizzate perché sono state introdotte senza mai reclamizzarne l’esistenza. Dover modificare le abitudini ogni sei mesi è visto spesso come un fastidio da chi utilizza semplicemente il computer come uno strumento, per lavorare, navigare, studiare o giocare. Probabilmente un ciclo di sviluppo più rilassato, con una nuova versione ogni 9-12 mesi, potrebbe consentire a Microsoft di portare a maturazione le nuove funzioni in corso di sviluppo e garantirebbe agli utenti qualche mese di tranquillità tra una release a la successiva.