RIAA ha pubblicato il suo rapporto periodico sullo stato del mercato musicale statunitense, uno studio riferito ai ricavi incamerati dai produttori discografici durante la prima metà del 2020. Le statistiche confermano il sorprendente ritorno di fiamma dei dischi in vinile, formato musicale antidiluviano che registra l’ennesimo record superando i CD-Audio.
La musica analogica è in grande spolvero, ha confermato RIAA: nei primi sei mesi del 2020, gli appassionati hanno acquistato più dischi in vinile che CD portando le vendite fino a 232 milioni di dollari. Per contro, i CD-Audio venduti nello stesso periodo sono crollati del -47% fino a 129,9 milioni di dollari di ricavi.
Gli albumi e i singoli in vinile non superavano le vendite dei CD-Audio dal lontano 1986, conferma il database storico di RIAA, quando il nuovo formato digitale era ancora agli albori e le musicassette caricate nei Walkman erano ancora il mezzo di ascolto musicale più popolare presso il pubblico.
Secondo RIAA, la vendita di dischi fisici (CD-Audio ma anche vinili) ha in questi mesi dovuto fare i conti con la pandemia di COVID-19 ed è crollata del 23%. Anche l’ascolto di musica in streaming supportato dalla pubblicità è diminuito, sebbene Spotify e gli altri servizi telematici rappresentino oramai l’85% dei ricavi raccolti dall’industria discografica statunitense.