I guai per Facebook e Libra non finiscono mai, anzi peggiorano: la criptomoneta che avrebbe dovuto rivoluzionare il mondo dei pagamenti on-line sperimenta ulteriori abbandoni eccellenti. Il futuro del progetto è segnato?
Facebook aveva presentato Libra come un nuovo mezzo di pagamento per quei miliardi di persone che non avevano (o non potevano avere) un conto in banca, un sistema finanziario a base di blockchain ma più sicuro e “affidabile” rispetto al Bitcoin di turno. Stando ai colossi che del suddetto sistema finanziario sono parte integrante, il “sistema Libra” è destinato a una instabilità e a un fallimento quasi certi.
I primi, grossi problemi di Libra si erano già palesati nei giorni scorsi, quando PayPal ha reso nota l’intenzione di abbandonare l’associazione che avrebbe dovuto governare l’infrastruttura della nuova criptomoneta in stile stablecoin. A cavallo del weekend sono arrivate nuove defezioni eccellenti, con Visa, Mastercard, Stripe e Mercado Pago concordi nella volontà di ritirare la loro partecipazione dalla Libra Association.
Le tempistiche del ritiro dei colossi dell’intermediazione finanziaria non sono un caso, visto che questo lunedì era prevista la prima riunione ufficiale dell’associazione Libra. L’annuncio originale di Facebook parlava di un’organizzazione di 27 diverse aziende potenzialmente in grado di arrivare a 100 entro il 2020; al momento l’associazione con base a Ginevra può invece contare su 22 società – meno PayPal e i colossi finanziari di cui sopra.
L’abbandono di Visa, Mastercard e altri segnala la scarsa fiducia delle corporation di settore verso l’iniziativa, o molto più probabilmente riafferma la scarsa considerazione del business finanziario “istituzionale” nei confronti delle capacità di Facebook di gestire una materia così complessa e problematica dal punto di vista della sicurezza – e della riservatezza dei dati degli utenti.
Un’altra ipotesi, altrettanto realistica, in merito al fallimento oramai predestinato di Libra coinvolge la politica e le istituzioni finanziarie negli USA, in Europa e altrove, che hanno fin da subito accolto la stablecoin di Facebook con ben poco entusiasmo quando non con vere e proprie minacce di controlli punitivi nei confronti del social network. Libra alimenta polemiche e reazioni negative anche nella community delle criptomonete “classiche”, che hanno però deciso di rispondere da par loro lanciando un progetto alternativo e “non controllato da Facebook” chiamato Open Libra.