Stando alle ultime indiscrezioni che circolano sul web, tra non molto tempo l’AI potrebbe mettere in pericolo il lavoro degli sviluppatori. Ecco tutto ciò che sappiamo.
L’AI mette a rischio il lavoro degli sviluppatori
L’intelligenza artificiale è sempre capace di sollevare delle questioni interessanti, soprattutto dal punto di vista di quelle persone che la considerano un problema per il futuro del lavoro umano. Questa volta parliamo di una categoria ben specifica: quella degli sviluppatori.
LEGGI ANCHE: Apple Watch, ecco il cinturino celebrativo di cui esistono solo 4 copie in tutto il mondo
Nei prossimi anni questo tipo di mansione potrebbe cambiare drasticamente e l’AI potrebbe prendere in gran (o moderata) parte il loro posto. Secondo le parole di Kevin Scott, dirigente Microsoft, il 95% del codice di programmazione sarà generato da questa tecnologia.
Tutto ciò non vorrebbe dire che la figura dello sviluppatore verrà cancellata ma che sarà modificata in base alle esigenze: “Si passerà dall’essere esperti di input (i linguaggi di programmazione) a esperti di prompt (gli orchestratori di AI)“. Ciò significa che i lavoratori dovranno solamente scrivere ciò che desiderano ottenere e poi osservare l’intelligenza artificiale all’opera e sistemare eventuali errori.
Al momento questo futuro è ancora lontano e infatti un altro esperto, come riporta anche il sito Money Control, dà una versione più ottimistica della faccenda. Arvind Krishna, amministratore delegato di IBM, ha spiegato che l’AI gestirà circa il 20% o 30% circa delle attività di codifica. Tuttavia non riuscirà a superare alcuni limiti ed è qui che entrerà in gioco la mente umana.
In sostanza, non sappiamo ancora con chiarezza cosa accadrà da qui al 2030 ma una cosa è certa: l’intelligenza artificiale continuerà a progredire. Questo non significa necessariamente che prenderà il sopravvento sul lavoro umano ma bisognerà trovare un modo per equilibrare i due mondi.