AMD lancia ufficialmente oggi la propria nuova generazione di Cpu, con architettura nome in codice Bulldozer, riscrivendo completamente le regole di progettazione secondo schemi inusuali.
L’architettura, molto particolare, adotta dei “moduli” costituiti da due core operativi in grado di processare interi che condividono una parte comune dedicata ai calcoli in virgola mobile. Un core tradizionale contine entrambe queste caratteristiche, quindi possiamo vedere i “moduli” Bulldozer come dual core per gli interi e single core per la virgola mobile. Secondo AMD l’80% dei calcoli odierni è effettuato su interi, motivo per cui la condivisione delle parti meno usate dovrebbe portare a risparmi di area sul silicio da dedicare al posizionamento di più moduli.
I modelli in commercio da oggi sono quattro: due octo core, un six core e un quad core. In realtà è più appropriato parlare di “quad module”, “tri module” e “dual module”, ma la politica di AMD di spingere su un numero di core sempre maggiore li denomina così. Tutti i modelli sono prodotti a 32 nm; i due octa core hanno un die di circa 315 mm2 per un totale di quasi 2 miliardi di transistor. A titolo di confronto i “vecchi” six core AMD occupano 346 mm2 con 904 milioni di transistor. Intel con Sandy Bridge (quad core con hyperthreading) occupa 216 mm2 con 995 milioni di transistor.
Le frequenze sono estremamente elevate: i processori operano tutti oltre i 3 GHz e raggiungono in Turbo anche 4,2 GHz. Il consumo è nella norma per Cpu di questa fascia, mentre i prezzi sono piuttosto contenuti.
Le prestazioni, oltre che un approfondimento sull’architettura, saranno oggetto di un analisi completa sul numero 248 di PC Professionale di novembre, in edicola alla fine del mese di ottobre.