L’audio catturato dai dispositivi Amazon per la casa “smart” viene ascoltato da persone in carne e ossa, dicono le indiscrezioni. Persone che poi condividono le clip più divertenti in chat, mentre non fanno nulla se “assistono” a potenziali assalti sessuali.
AGGIORNAMENTO DEL 16/04/2019: Amazon ha fatto pervenire a PC Professionale una replica all’articolo, di seguito riportata nella sua interezza: “Amazon prende sul serio privacy e sicurezza delle informazioni personali dei clienti. Annotiamo solo un numero estremamente minimo di interazioni da un gruppo di clienti selezionati in modo casuale, al fine di migliorare l’esperienza del cliente. Queste informazioni ci aiutano, ad esempio, ad addestrare i nostri sistemi di riconoscimento vocale e di comprensione del linguaggio naturale, in modo che Alexa possa capire meglio le richieste dei clienti e assicurare che il servizio funzioni bene per tutti.
Abbiamo sistemi di sicurezza rigorosi a livello tecnico e operativo, e tolleranza zero per gli abusi dei nostri sistemi. I dipendenti non hanno accesso diretto alle informazioni che permettono di identificare la persona o l’account le cui interazioni sono coinvolte in questa attività. Tutte le informazioni sono trattate con la massima riservatezza e, per proteggerle, usiamo sistemi di autenticazione a più livelli per limitare l’accesso, servizi di crittografia e audit sul nostro sistema di controllo; al tempo stesso, i clienti possono sempre cancellare le proprie interazioni in qualsiasi momento.“
Articolo originale:
Chi usa gli speaker intelligenti della linea Echo potrebbe avere la ragionevole aspettativa di affidare la propria privacy on-line esclusivamente agli algoritmi intelligenti di Alexa. E invece, a quanto pare, la IA di Amazon non è la sola entità “intelligente” a cui è stato dato il compito di ascoltare e trascrivere le conversazioni domestiche degli utenti.
Stando a quanto sostiene Bloomberg, infatti, Amazon ha a disposizione “migliaia” di persone (dipendenti a contratto o a tempo pieno) in giro per il mondo, il cui unico compito consiste appunto nell’ascoltare alle registrazioni audio catturate dagli speaker Echo, trascrivere le comunicazioni e annotarle con l’obiettivo di migliorare le performance comprensive di Alexa.
Sette persone impegnate sul programma hanno parlato con Bloomberg, svelando un mondo fin qui inedito in cui in un singolo turno di lavoro si possono ascoltare anche 1.000 diverse clip audio. Il lavoro di trascrizione è generalmente piuttosto monotono, dicono le fonti, e prevede ad esempio l’ascolto degli spezzoni audio che citano Taylor Swift per identificare le istanze in cui gli utenti stavano effettivamente cercando informazioni sulla cantante.Hosted image goes here!
Il fatto, anzi la riconferma che gli speaker intelligenti – Echo e non solo – possano comportarsi come dei piccoli apparati non compatibili con l’aspettativa della privacy non è l’unico elemento importante che emerge dalla storia di Bloomberg. Per chi si preoccupa della possibile attivazione “accidentale” di Echo e la successiva registrazione di conversazioni private, i dipendenti trascrittori hanno confermato che in un giorno possono imbattersi in almeno 100 diverse registrazioni in cui non è presente alcun comando di attivazione specifico da parte dell’utente.
I dipendenti hanno a disposizione una chat in cui chiedere aiuto sul significato di parole o frasi, ma anche all’occorrenza per condividere con i colleghi le clip audio più “spassose”. E se ci si imbatte in quella che sembra una tentata violenza sessuale, Amazon non prevede che si interferisca in questioni “private”.
La corporation ha ufficialmente confermato la pratica di registrazione, ascolto e trascrizione “umana” a Bloomberg, ma ha provato a giustificarsi con una linea di condotta che sconfina nel surreale orwelliano: Amazon ha parecchio a cuore la sicurezza e la privacy dei clienti, sostiene il colosso dell’e-commerce, le trascrizioni riguardano solo “un campione estremamente piccolo” delle registrazioni di Alexa e sono utilizzate al solo scopo di migliorare l’esperienza utente.