Con Android Brillo, la società di Mountain View aveva già mosso i suoi primi passi verso lo sviluppo di una versione dell’OS del Robottino Verde dedicata al mondo IoT: ora, però, l’azienda di Sundar Pichai ha deciso di continuare il cammino intrapreso rilasciando una prima versione – in Developer Preview – del suo sistema operativo Android Things.
Nonostante il cambio di nome, questo sistema operativo rappresenta una sorta di evoluzione del precedente Brillo, che porta con sé l’integrazione dei servizi di Big G sui device IoT, permettendo una gestione più unitaria e sicura anche di questo mondo, il quale – come è stato dimostrato pure di recente – rappresenta ormai la nuova frontiera per le attività del cybercrime (con le botnet).
Per sostenere Android Things, Big G ha deciso di mettere a disposizione Android Studio, Software Development Kit (SDK), Play Services e Cloud Platform per l’ecosistema: la Developer Preview 2 dell’OS, del resto, porterà con sé la possibilità di mettere a disposizioen patch e update proprietari ai device, nonché il supporto a Weave (il protocollo ereditato da Brillo)
Per quanto alla base di questo OS per il mondo IoT si trovi Android, i device sui quali sarà montato lo stesso – tramite le API che Big G rilascerà nel corso del 2017 – potranno essere equipaggiati con companion app dedicata ad iOS. I developer in cerca di informazioni utili, possono dare uno sguardo a questa pagina.