Si sente spesso dire che nel web l’odio è molto diffuso, e se questa percezione può spesso essere un po’ alterata, questa campagna elettorale non sta certo contribuendo a farla cambiare.
In questo report realizzato dalla compagnia D-Link, attiva nel settore della tecnologia wireless e networking, sono stati analizzati due milioni di tweet e commenti postati online a proposito delle elezioni dall’inizio del 2018, e i risultati hanno dimostrato che circa 750mila di questi denotano una qualche negatività nei confronti della politica, mentre 135mila contengono volgarità e insulti espliciti. Sono poi più di 15mila i contenuti che augurano o minacciano la morte alle figure coinvolte, mentre quasi 19mila fanno riferimento alla violenza. Solo l’11% dei contenuti è invece etichettato come positivo.
Le statistiche indicano che nel 68% dei casi “l’elettore arrabbiato” è un uomo: il maggior numero di casi in rapporto alla popolazione proviene dal Lazio (anche se la Lombardia è avanti come numero assoluto di casi), mentre in generale la maggior parte degli scontenti della politica scrive dal centro-nord, in particolare dall’Emilia-Romagna (29% di contenuti negativi sul totale) e dalla Toscana (28%), seguite da Lazio (26%), Lombardia e Piemonte (entrambe al 25%).
Il leader preso più frequentemente di mira è Silvio Berlusconi, al quale è rivolto il 23% degli insulti personali, seguito dal 21% di Renzi e Salvini, mentre molto minori sono gli attacchi rivolti a Luigi di Maio (11%) e Pietro Grasso (8%). Per quanto riguarda le forze politiche, è il Partito Democratico il più attaccato, essendo coinvolto nel 39% dei casi, davanti al 34% del Movimento 5 Stelle, al 12% della Lega, al 5% di Casapound, e al 4% di Forza Italia.
Viene quindi presentato un elenco dei momenti nei quali l’odio online verso la politica è stato più acceso, ovvero il 4 gennaio (quando è scoppiato il caso dei sacchetti biodegradabili), il 10 gennaio (quando Berlusconi ha lanciato la candidatura di Attilio Fontana in Lombardia), il 18 gennaio (presentazione di un nuovo simbolo da parte del Movimento 5 Stelle), il 29 gennaio (presentazione delle liste dei candiati), il 3 febbraio (i fatti di Macerata), e il 12 febbraio (discussione sul Museo Egizio di Torino).
Vi è infine una dichiarazione rilasciata dal vicepresidente di D-Link Europe, Stefano Nordio: “Questi dati sono drammatici perché evidenziano come si stia diffondendo una dialettica della violenza che viaggia online. Ormai non è più possibile fare un meno di internet ma proprio per questo devi capire che non ci può più essere distinzione tra un comportamento online e offline, le conseguenze sono sempre reali.”