In seguito alla decisione della Commissione Europea (e alla multa da 4,34 miliardi di euro) di luglio 2018, Google mostra una schermata su Android che permette ai nuovi utenti di scegliere il motore di ricerca predefinito tra quattro opzioni. Tra i vincitori dell’ultima asta c’è Bing, mentre il principale sconfitto è DuckDuckGo.
La Commissione Europea aveva imposto all’azienda di Mountain View di implementare un “choice screen” da mostrare durante la configurazione iniziale dei nuovi dispositivi Android. Google ha deciso di rispettare la decisione a modo suo, ovvero attraverso un’asta su base trimestrale. I search provider decidono la somma da pagare ogni volta che l’utente li seleziona nella schermata. I tre migliori offerenti per ogni paese vengono inseriti (in maniera casuale) nell’elenco accanto a Google.
I principali vincitori per il periodo compreso tra il 1 ottobre e il 31 dicembre 2020 sono Bing, Info.com, GMX e PrivacyWall, in quanto presenti nella maggioranza dei paesi. Gli utenti italiani dovranno scegliere tra Bing, Info.com e PrivacyWall. Ovviamente Google non ha svelato la somma pagata dai provider. Per Microsoft potrebbe essere l’occasione giusta per incrementare il market share del suo motore di ricerca, oggi fermo al 3% circa.
Come detto, il principale sconfitto è DuckDuckGo, presente solo in quattro paesi. Il provider statunitense afferma che il metodo dell’asta “pay-to-play” non è corretto, in quanto premia chi è disposto a pagare somme elevate nella speranza di ottenere un profitto, mostrando inserzioni pubblicitarie o violando la privacy degli utenti.
Secondo DuckDuckGo, Google dovrebbe eliminare l’asta e visualizzare sulla prima schermata i motori di ricerca più popolari, mentre gli altri saranno visibili tramite scrolling. Il provider spera che la Commissione Europa intervenga per chiedere a Google di cambiare il choice screen.