Su Mountain View cala ancora una volta la mannaia del boia-antitrust di Bruxelles, questa volta a causa della posizione monopolistica della piattaforma pubblicitaria nelle ricerche custom. Presto, in Europa, Android proporrà di scegliere browser e motore di ricerca personalizzati.
La Commissione Europea ha deciso l’ennesima multa nei confronti di Google, corporation statunitense che, a detta del Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, ha abusato della sua posizione monopolistica per imporre l’uso del proprio network pubblicitario all’interno delle ricerche personalizzate dei siti Web.
La nuova multa della UE vale €1,49 miliardi, ed è la terza decisione sanzionatoria del Vecchio Continente nei confronti di un’azienda che, con tutta l’evidenza del caso, proprio non ne vuole sapere di rispettare le regole di mercato per fare “business” all’interno del mercato comunitario.
Questa volta la Commissione si è scagliata contro AdSense for Search, un sistema che prevede l’uso esclusivo della piattaforma pubblicitaria di Google nei motori di ricerca personalizzati. La UE ha analizzato “centinaia” di contratti pubblicitari di Mountain View, verificando come l’azienda abbia prima imposto la visualizzazione dei suoi ad (dal 2006 al 2009), e poi costretto i siti Web con ricerca custom – gestita dagli algoritmi di Google Search – a favorire il posizionamento dell’advertising di AdSense tramite la clausola “Premium Placement”.
Entrambe i comportamenti vanno contro le regole antitrust europee, ha deciso la UE, quindi Google dev’essere multata anche in questo caso. E’ la terza volta, ricorda Vestager, che la Commissione punisce Mountain View dopo il caso di Google Shopping nel 2017 e quello per l’installazione obbligata di Chrome e Google Search su Android per avere accesso garantito allo store Play.
In attesa delle reazioni alla nuova multa contro il search personalizzato, almeno sul fronte del caso Chrome+Search Google ha in questi giorni battuto un colpo: nei prossimi mesi, agli utenti Android verrà mostrata una schermata da cui poter scegliere l’installazione di ricerca e browser “alternativi” a Chrome e Google Search. Nella speranza che la UE consideri sufficiente questa modalità di scelta e non decida di imporre ulteriori, salatissime sanzioni pecuniarie sul business pubblicitario di Mountain View.