A un anno dal lancio negli Stati Uniti e qualche settimana dopo l’arrivo in Italia di Amazon MP3, finalmente Google ha inaugurato Play Music anche nel nostro Paese. Il servizio, collegato all’account personale di Google, permette di caricare on-line fino a 20.000 brani dalla propria raccolta musicale, tramite il software Music Manager, in modo da poterli poi ascoltare anche su altri computer e su dispositivi mobili. In questo ecosistema in cui troviamo anche una discreta Web app per amministrare l’account musicale via browser, l’App gratuita Google Play Music gioca un ruolo fondamentale perché permette di ascoltare la propria collezione musicale in streaming con smartphone o tablet, dovunque ci si trovi. La sincronizzazione dell’indice musicale tra l’account e il dispositivo procede in automatico e, salvo diversa indicazione da parte dell’utente, non scarica in locale i dati. È possibile limitare l’ascolto in streaming (oppure il download in locale delle tracce) alla sola connessione Wi-Fi: in questo modo si evita di erodere il traffico previsto dal piano dati. La qualità di ascolto viene stabilita in automatico, a seconda dell’ampiezza di banda disponibile, e non supera mai i 320 Kbps. Un’opzione presente nella sezione delle impostazioni permette di forzare lo streaming in alta qualità , a rischio però di buffering durante l’ascolto. La musica viene catalogata in automatico per album, artista, titolo, genere; si possono creare playlist e di aggiungervi progressivamente nuovi brani. Inoltre gli Mp3 e gli album già presenti nella memoria del telefono vengono incorporati negli elenchi. Dall’App è possibile accedere allo store musicale di Google e fare acquisti. Su iOS Google Ply Music esiste solo sotto forma di Web app.
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Google Play Music – programma gratuito