Samsung Galaxy Note 9: le prime impressioni dopo una settimana di utilizzo
Sono passati circa venti giorni da quando il nuovo Samsung Galaxy Note 9 è stato presentato ufficialmente a New York.
Samsung non perde l’inusuale abitudine di relegare l’annuncio di un prodotto importante e apprezzato come il Note in pieno agosto, quando la maggior parte di addetti e potenziali clienti occidentali sono nel pieno delle loro vacanze.
Un po’ per giocare in anticipo rispetto alla nuova stagione a cui stiamo andando incontro, che vedrà inizialmente una nuova edizione di Ifa a Berlino e pochi giorni dopo il probabile annuncio della nuova generazione di iPhone, Samsung rischia di offuscarne l’arrivo.
Alla stampa italiana è stato mostrato il 23 agosto e dopo qualche giorno di utilizzo, ecco a caldo le prime impressioni di quello che si può definire come un prodotto maturo, anche se con un po’ di ritardo.
Samsung Galaxy Note 9 raccoglie l’eredità della precedente generazione, in tal senso il dispositivo non viene stravolto, ma migliorato in ogni reparto. Le differenze sostanziali con Note 8 sono la prolungata vita della batteria, che con i suoi 4.000 mAh e l’autonomia sufficiente per arrivare a sera, rende finalmente il prodotto affidabile e le nuove funzioni della S Pen arricchita ora di connettività Bluetooth.
Dimensioni e prestazioni
La gamma Note nel corso degli anni, ha visto un progressivo aumento delle dimensioni. Se il primogenito appariva già ingombrante nel 2011 con i suoi 146,9 x 83 x 9,7 mm e 178 g di peso, con Note 9 il dispositivo arriva a 161,9 x 76,4 x 8,8 mm per 201 g. Il fattore di forma 18,5:9 come per tutti gli smartphone che lo adottano, ha provocato una riduzione del dispositivo alla base, mentre lo spessore si è ridotto di poco meno di un millimetro.
Confrontando le caratteristiche hardware con la prima generazione spaventa: la configurazione top di Note 9 presenta un processore octa-core Exynos 9810 affiancato da 8 GB di Ram e 512 GB di memoria interna, espandibili fino ad altrettanti 512 GB via micro Sd. Le prestazioni sono ovviamente di alto livello anche se in alcuni casi è percettibile un moderato surriscaldamento, nonostante il nuovo sistema di raffreddamento. Tuttavia con la massima configurazione è difficile mettere in difficoltà il nuovo Note 9, anche in situazioni di stress.
Subito sotto abbiamo messo a confronto le prestazioni attraverso i benchmark di Antutu e Geekbench; a sinistra i risultati di Note 9, a destra Xiaomi Mi 8.
Sicurezza al top
Con il sensore di impronte finalmente ricollocato in una posizione migliore, lo sblocco tramite impronta digitale avviene molto più naturalmente, anche se la reattività non è fulminea. Bene il riconoscimento del volto, anche in questo caso non è scattante, ma funziona anche in condizioni di luce scarsa e anche con accessori come gli occhiali da vista; i primi tempi può perdere qualche colpo, ma poi non ci sono difficoltà. Scansione dell’iride che alza la sicurezza, reattivo in ambienti sufficientemente luminosi e senza occhiali, viceversa, può impiegare qualche secondo di troppo o non riuscire a riconoscere il soggetto.
Autonomia soddisfacente
Abbiamo accennato le performance della batteria; arrivare fino a sera con Note 9 non sarà un problema, inoltre il Risparmio Energetico di Samsung consente di intervenire arginando il dispendio di energia causato da funzionalità a volte superflue come l’Always On. Lo schermo WQHd+ ora da 6,4 pollici chiede uno sforzo maggiore dalla batteria, ma sempre attraverso il pannello del Risparmio Energetico, possiamo abbassare la qualità ad una comunque più che dignitosa Full Hd+.
Fotografia, dov’è il grandangolo?
Anche il Note 9 si avvale ora di algoritmi di Intelligenza Artificiale, che riconoscono la scena inquadrata scegliendo le impostazioni più consone secondo il software. Qualitativamente entrambi i sensori della fotocamera posteriore sono ottimi, specialmente all’aperto e di giorno; del resto quasi tutti gli smartphone recenti producono immagini di alta qualità, ma Note 9 alza l’asticella per nitidezza e fedeltà. Rimane qualche incertezza dell’IA in interni, può capitare infatti di produrre immagini mosse nonostante la buona luminosità dell’ambiente. Anche il grandangolo lascia qualche incertezza; sarà difficile fotografare monumenti e cattedrali a distanza ravvicinata per via della lunghezza focale. Data la lente secondaria con zoom ottico 2x, si poteva fare di meglio sulla fotocamera principale. Si può recuperare qualcosa però selezionando dalle impostazioni la risoluzione 4:3 a 12 megapixel, in quanto di default è impostato il rapporto 18,5:9 (come il rapporto del display) a 7,9 megapixel.
Di seguito un confronto tra le fotocamere principali di Samsung Galaxy Note 9 contro Xiaomi Mi 8.
S Pen: sette anni per il modulo Bluetooth
I miglioramenti hanno interessato anche il pennino, finalmente arricchito del modulo Bluetooth che lo trasforma a tutti gli effetti ad un telecomando remoto, che può essere utilizzato in ambito business, ma anche per svago. I selfie di gruppo potranno essere scattati a distanza tramite la S Pen, che sarà in grado anche di cambiare slide durante le presentazioni in Power Point. La tracciatura è istantanea e priva di lag, ottimo il riconoscimento della pressione. Il design e le dimensioni rimangono pressoché invariate (un trascurabile aumento di peso, ora di 3 g), la S Pen presenta ora un pulsante di scatto per permetterne la fuoriuscita dall’alloggio; lo stesso meccanismo va effettuato dopo l’uso per impedirne la fuoriuscita, ma non sempre avviene naturalmente, favorendo il rischio di smarrimento.
Conclusioni: ci siamo, ma non è ancora perfetto.
In definitiva, sono stati apportati parecchi miglioramenti senza stravolgere comunque un buon prodotto, ma per raggiungere la perfezione bisogna migliorare ancora qualche sbavatura; il giudizio finale è comunque più che positivo, salvo il prezzo, davvero troppo alto.
Per un ulteriore approfondimento sul nuovo Samsung Galaxy Note 9 vi invitiamo a non perdere il numero 331 di PC Professionale di ottobre per una recensione completa.