Come anticipato circa due mesi fa, la Commissione Europea ha avviato i primi test del servizio che permetterà l’interoperabilità tra le varie app per il contact tracing. Quando verrà attivato, un cittadino italiano potrà utilizzare Immuni anche in altri paesi europei, evitando l’installazione delle app locali.
Il collegamento tra le app di contact tracing avviene attraverso un gateway, realizzato da T-Systems e SAP, che sarà gestito dal Data Centre della Commissione nel Lussemburgo e che diventerà operativo dal mese di ottobre. L’infrastruttura digitale garantirà la trasmissione dei dati tra i server back-end delle applicazioni nazionali, consentendo a tali applicazioni di funzionare senza soluzione di continuità a livello transfrontaliero. Gli utenti dovranno installare solo un’app e potranno segnalare un eventuale positività al COVID-19 o ricevere un avviso anche quando viaggiano all’estero.
Il gateway permetterà la condivisione degli identificativi casuali tra le app nazionali. I dati verranno scambiati in forma pseudo-anonima, cifrata e solo per il tempo necessario al tracciamento dell’infezione. Saranno ovviamente garantite privacy e sicurezza, quindi nessuno potrà identificare le persone, né il luogo in cui è avvenuto il contatto. I primi test sono stati avviati per le app di contact tracing utilizzate in Italia, Danimarca, Germania, Irlanda e Lettonia.
Ovviamente ciò è possibile solo per le app basate sul framework Apple/Google e quindi su architettura decentralizzata. Il supporto è stato recentemente integrato in iOS 13.7, mentre con Android 11 non occorre più attivare il servizio di localizzazione.
🏫 Migliaia di studenti stanno per tornare tra i banchi di scuola.#Immuni è un importante alleato dei nostri ragazzi: se hai figli con età superiore ai 14 anni, fai scaricare loro l’app! 🙏#IoUsoImmuni #UnitiSiamoImmuni #Covid19 pic.twitter.com/EU5u88VBLq
— Immuni App (@immuni_app) September 14, 2020
A proposito di Immuni, al momento risultano circa 5,9 milioni di download, pari al 15% dei cittadini con età superiore ai 14 anni e in possesso di smartphone. Si spera che il numero aumenti nelle prossime settimane, considerato anche l’inizio dell’anno scolastico.