Un software dedicato alla memorizzazione e all’organizzazione delle informazioni di provenienza eterogenea è un alleato preziosissimo per molte categorie di utenti: dagli studenti, che possono salvare appunti e informazioni sulle lezioni, ai professionisti di ogni genere, che possono creare un archivio di dati e documenti facile da ricercare, fino agli utenti domestici, che possono sfruttare le capacità di archiviazione per memorizzare bollette, fatture o ricette.
I software principali in questo mercato sono Evernote e OneNote di Microsoft: due prodotti con pregi e difetti diversi, che li rendono in qualche modo complementari. Entrambi sono oggi gratuiti, per lo meno nell’offerta di base: OneNote è nato come componente della suite Office, ma da qualche tempo è invece scaricabile e utilizzabile gratuitamente da chiunque. Evernote invece utilizza un modello di business a due livelli: la versione base del servizio è gratuita, ma chi vuole sfruttare gli strumenti più avanzati e godere di un accesso prioritario alle funzioni di analisi dei contenuti (di cui parleremo più avanti) può attivare gli abbonamenti Plus o Premium, al costo di 19,99 o 39,99 euro all’anno rispettivamente. Entrambi i software possono salvare le informazioni in remoto, e sincronizzarle tra più installazioni collegate alla stessa utenza. Nel caso di Evernote questa funzione è stata fin dall’inizio parte del progetto, che si è sempre presentato come un ibrido tra un software locale e un servizio basato sul Web, mentre OneNote si appoggia (ormai da tempo) ai servizi di memorizzazione remota e cloud storage, aziendali oppure erogati dalla stessa Microsoft (per esempio OneDrive).
Evernote eccelle nelle funzioni di analisi e ricerca: tutti i documenti memorizzati, comprese le scansioni, le fotografie e perfino gli appunti scritti a mano libera, vengono infatti sottoposti a un accurato processo di riconoscimento ottico dei caratteri, che trasforma tutte le note in testi ricercabili. Su questa analisi, svolta in remoto dai server di Evernote dopo aver completato l’upload delle informazioni, si basano le funzioni di ricerca full text, che permettono di individuare e filtrare i documenti in modo preciso e semplice. Efficaci sono anche le funzioni di organizzazione dei dati: le note possono essere accompagnate da un numero qualsiasi di etichette, e possono essere raccolte in taccuini, annidabili anche in gerarchie complesse. OneNote, invece, spicca in particolare per le funzioni di editing: offre una superficie su cui poter prendere appunti in maniera totalmente libera, che sfrutta al meglio le opportunità messe a disposizione dai dispositivi moderni, come schermi sensibili al tocco, fotocamere, e input tramite penna.
OneNote può sfruttare l’integrazione con gli altri elementi della suite Microsoft Office, ma anche Evernote vanta un ricco ecosistema di servizi e software compatibili, cresciuto nel corso del tempo grazie alle Api di interfacciamento offerte agli sviluppatori di terze parti ormai da molti anni. In definitiva, si tratta di due software che svolgono compiti simili in maniera diversa: Evernote è più adatto all’archiviazione e alla gestione delle note, mentre OneNote ha un vantaggio nelle funzioni di scrittura ed editing delle annotazioni.
L’alternativa
Chi avesse esigenze più contenute e non volesse gestire tutte le complessità di prodotti ricchi come Evernote e OneNote, può valutare Simplenote. Questo servizio gratuito offre una gradevole interfaccia Web e una moltitudine di App native, per tutti i principali sistemi operativi mobile e desktop. Le versioni native di Simplenote per i sistemi operativi desktop sono recentissime, e comprendono anche una release per Windows: offrono un’interfaccia gradevole e moderna, e supportano alcune interessanti funzioni avanzate, tra cui la formattazione Markdown, il salvataggio di versioni successive, la collaborazione e altro ancora. Chi preferisse un’interfaccia più tradizionale può scaricare ResophNotes, un client Windows di terze parti che si appoggia sul database di Simplenote