TikTok aveva promesso di utilizzare ogni strumento disponibile per far valere i propri diritti. L’azienda cinese ha ora confermato che farà causa al governo statunitense, chiedendo l’annullamento dell’ordine esecutivo firmato dal Presidente Trump il 6 agosto. Lo scontro legale potrebbe avere conseguenze sull’eventuale acquisizione.
L’amministrazione Trump ritiene che TikTok rappresenti un pericolo per la sicurezza nazionale, in quanto raccoglie informazioni sugli utenti che vengono consegnate al Partito Comunista Cinese, viene utilizzato per campagne di disinformazione e censura diversi contenuti, come i video relativi alle proteste di Hong Kong. Per queste ragioni è stato firmato l’ordine esecutivo che vieta ogni transazione con ByteDance, proprietaria del famoso social network. Il ban dovrebbe entrare in vigore il 20 settembre.
Come anticipato all’inizio del mese, l’azienda cinese impugnerà l’ordine esecutivo in tribunale. Questo è il comunicato ufficiale rilasciato dal portavoce Josh Gartner:
Anche se siamo fortemente in disaccordo con le preoccupazioni dell’amministrazione, per quasi un anno abbiamo cercato di impegnarci in buona fede per fornire una soluzione costruttiva. Quello che abbiamo riscontrato invece è stata la mancanza di un giusto processo in quanto l’amministrazione non ha prestato attenzione ai fatti e ha cercato di inserirsi nelle trattative tra imprese private. Per garantire il rispetto dello stato di diritto e un trattamento equo per la nostra azienda e gli utenti, non abbiamo altra scelta che impugnare l’ordine esecutivo attraverso il sistema giudiziario.
Il Presidente Trump ha firmato un secondo ordine esecutivo che obbliga ByteDance a cessare ogni attività negli Stati Uniti entro il 12 novembre, in quanto l’acquisizione di Musical.ly è stata considerata illegale dal CFIUS (Committee on Foreign Investment in the United States).
ByteDance aveva manifestato la volontà di cedere alcune filiali ad un azienda statunitense. Microsoft aveva confermato pubblicamente il suo interesse. Anche Twitter e Oracle avrebbero avviato contatti con l’azienda cinese.