Al momento l’unica conferma è arrivata da Microsoft. Ma oltre a Twitter è spuntato poche ore fa il nome di una terza azienda interessata all’acquisizione di TikTok. Secondo il Financial Times, anche Oracle avrebbe avviato contatti con ByteDance per discutere dell’eventuale cessione delle filiali in quattro paesi (Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda).
Il business dell’azienda guidata da Larry Ellison è focalizzato quasi esclusivamente sul settore enterprise (i suoi DMBS sono i prodotti più noti), quindi l’ingresso nel mercato consumer (social media in particolare) sarebbe una vera novità. Secondo Bloomberg, Oracle è valutata circa 166 miliardi di dollari e possiede circa 43 miliardi di dollari in cassa, pertanto è uno delle poche aziende che potrebbe acquisire le filiali statunitensi di TikTok, il cui valore è stimato tra 20 e 50 miliardi di dollari. Secondo il Financial Times, Oracle avrebbe tuttavia chiesto aiuto ad un gruppo di investitori che già possiedono quote di TikTok, tra cui General Atlantic e Sequoia Capital.
Il secondo ordine esecutivo firmato da Trump il 14 agosto obbliga ByteDance a cedere ogni attività negli Stati Uniti entro il 12 novembre, in quanto l’acquisizione di Musical.ly (successivamente diventata TikTok) è stata considerata illegale dal CFIUS (Committee on Foreign Investment in the United States). Oltre alla chiusura delle filiali, ByteDance è obbligata a distruggere tutti i dati degli utenti statunitensi. La precedente deadline era il 20 settembre.
Larry Ellison è uno dei pochi imprenditori della Silicon Valley che ha dichiarato apertamente il suo supporto per Trump (a febbraio ha organizzato una raccolta fondi a favore del Presidente). Non è chiaro se Oracle potrebbe ricevere un “trattamento speciale” dal governo (che vuole una percentuale dall’acquisizione). Nel frattempo, TikTok ha aperto una pagina che raccoglie tutte le informazioni sullo scontro tra l’azienda cinese e gli Stati Uniti, in modo da offrire una “fonte di verità”.