Come previsto non si è fatta attendere la risposta di ByteDance all’ordine esecutivo firmato da Trump. L’azienda cinese ha espresso il suo disappunto sulla decisione di bandire TikTok dagli Stati Uniti a partire dal 20 settembre. Nel comunicato viene sottolineata l’assenza di valide motivazioni legali, pertanto si prevede una lunga battaglia in tribunale.
Trump afferma che il blocco di TikTok è giustificato dalla sua pericolosità per la sicurezza e l’economia degli Stati Uniti. L’azienda cinese sostiene che “la decisione è basata su report che non vengono mai citati, sul timore che l’app potrebbe essere utilizzata per campagne di disinformazione e su preoccupazioni relative alla raccolta dati“. ByteDance rimarca per l’ennesima volta che “TikTok non ha mai condiviso i dati dei suoi utenti con il Governo cinese, né censurato alcun contenuto su richiesta di quest’ultimo“.
L’azienda sottolinea di aver sempre avuto l’intenzione di collaborare con gli interlocutori istituzionali degli Stati Uniti per trovare una soluzione vantaggiosa per tutti.
Siamo quindi sconcertati dal recente ordine esecutivo del governo degli Stati Uniti nei nostri confronti, emesso senza seguire alcuna regolare procedura. Per quasi un anno abbiamo tentato in buona fede di relazionarci con il governo degli Stati Uniti per concordare una soluzione costruttiva alle preoccupazioni espresse. Ci siamo invece dovuti confrontare con un’amministrazione che non ha considerato i fatti, ha dettato i termini di un accordo senza attenersi alle normali procedure legali e ha tentato di intromettersi nelle trattative tra due aziende private.
L’ultima frase è ovviamente riferita all’eventuale acquisizione da parte di Microsoft. Nel comunicato viene specificato che l’azienda ha valutato la cessione della filiale negli Stati Uniti ad un’azienda americana. ByteDance ritiene che l’ordine esecutivo sia un pericoloso precedente riguardo ai concetti di libera espressione e mercati aperti, quindi lo scontro continuerà sicuramente in tribunale.
Intendiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione al fine di assicurare che non venga messo a rischio lo stato di diritto e che tanto la nostra azienda quanto i nostri utenti siano trattati in modo equo: se non dal governo degli Stati Uniti, allora dai suoi tribunali.