La guerra tra USA e Cina si fa sempre più aspra, coinvolgendo un numero crescente di ambiti commerciali e tecnologici. L’ultimo obiettivo delle volontà censorie di Washington è ora quello dei social network “cinesi”, presunti soldati nello spionaggio anti-americano organizzato e gestito in maniera diretta dalla dittatura comunista di Pechino.
Gli USA si stanno muovendo per mettere al bando i social media e le app social cinesi, ha confermato il Segretario di Stato Mike Pompeo in un’intervista recente. Pompeo, ministro di stretta fede Trumpiana, se la prende in particolare con TikTok. La app è al centro di costanti polemiche sulla violazione della privacy degli utenti, e secondo Pompeo gli americani dovrebbe pensare seriamente a quello che fanno prima di scaricare questo genere di strumenti mobile.
Le informazioni private degli utenti di TikTok finiscono direttamente nelle mani del Partito Comunista Cinese, ha semplificato Pompeo per venire incontro all’audience di Fox News, confermando che l’amministrazione Trump sta seriamente valutando la messa al bando di questa e di altre app “cinesi” dagli store mobile accessibili sul territorio statunitense.
Come sempre, TikTok prova a smarcarsi dalle accuse di collaborazionismo con Pechino evidenziando il fatto che il CEO della corporation è un americano, e centinaia di dipendenti lavorano proprio negli USA. I dati sugli utenti USA vengono salvati sui server negli USA con un backup a Singapore, ha ribadito TikTok, e un’esperienza sicura per tutti gli utenti – lontano dal governo cinese – sarebbe la priorità numero uno della corporation.