La giudice Laurel Beeler ha emesso un’ingiunzione preliminare per bloccare il ban di WeChat chiesto dal governo statunitense, dando quindi ragione ad un gruppo di utenti che avevano denunciato l’amministrazione Trump a fine agosto. Come è noto, il ban di TikTok è stato invece posticipato al 27 settembre, in attesa dell’approvazione dell’accordo tra TikTok Global, Oracle e Walmart.
WeChat è una delle app più utilizzate dai cinesi che risiedono e lavorano negli Stati Uniti. L’ordine esecutivo firmato da Trump il 6 agosto impedisce qualsiasi transazione con l’app di messaggistica, in quanto considerata un pericolo per la sicurezza nazionale. Il Segretario al Commercio aveva confermato il ban del 20 settembre, quindi Tencent non poteva più rilasciare aggiornamenti e WeChat doveva essere rimossa dagli store di Apple e Google.
Un gruppo di utenti, noto come WeChat Alliance, aveva depositato una causa contro il governo statunitense, in quanto l’ordine esecutivo è anticostituzionale. I cinesi americani usano l’app per numerose funzioni, essendo un servizio molto importante per la vita personale e lavorativa. La giudice Laurel Beeler ha bloccato il ban perché viola il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, impedendo agli utenti di rimanere in contatto con la propria comunità (libertà di parola).
La decisione della giudice è stata sicuramente apprezzata anche da alcune aziende statunitensi, tra cui Disney e Apple. In particolare, le vendite di iPhone dipendono in larga parte dall’accesso a WeChat. Secondo un noto analista, un’eventuale ban potrebbe comportare una diminuzione fino al 30%. Si attende ora la prossima mossa del Dipartimento del Commercio.
Aggiornamento del 5 ottobre: come previsto, il governo statunitense ha presentato appello, chiedendo il ripristino del ban.