Alla fine, il governo irlandese ha deciso di fare ricorso contro la decisione della Commissione UE circa i famosi 13 miliardi di euro di imposte (non pagate) da Apple: Dublino, attraverso un comunicato di questi ultimi giorni, ha sottolineato come questa decisione sia una chiara interferenza in una questione di sovranità nazionale, con Bruxelles che ha giudicato in modo errato la vicenda.
Nelle 130 pagine della decisione della Commissione UE – pubblicata di recente nella sua versione “non confidenziale” – sono presenti le motivazioni alla base della pronuncia, la quale è senza precedenti, considerando l’importante entità della somma: tra le argomentazioni a sostegno della tesi, emergono due tax ruling risalenti al 1991 e al 2007 sottoscritti da Cupertino con Dublino.
Il trasferimento degli utili – riducendo la base imponibile nei paesi ad alta tassazione – rientra tra i rimproveri formulati dalla Commissione UE nei confronti dell’Irlanda: e oltre a ciò, le autorità comunitarie hanno censurato la prassi di Apple di trasferire gli utili della controllata irlandese ad una “società senza stato” (sempre nel territorio irlandese), uno statuto speciale che il diritto irlandese ha riconosciuto fino al 2013 per particolari strutture giuridiche al fine di godere dell’esenzione fiscale.