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Brave denuncia Google per violazione della GDPR

Alfonso Maruccia | 18 Marzo 2020

Google Servizi Web

La società che produce il browser Brave ha denunciato formalmente Google per violazione delle norme europee sul trattamento dei dati (GDPR). Se nessuno interverrà, Brave passerà per i tribunali in prima persona.

Brave, il browser alternativo che usa la pubblicità non invasiva per autofinanziarsi, ce l’ha su a morte con Google: a dire della società, il colosso di Mountain View è colpevole di aver organizzato un autentico “supermercato” per la (s)vendita dei dati raccolti dagli utenti attraverso i suoi tanti servizi telematici. Google vìola la GDPR europea, sostiene Brave, e ora si è passati alla denuncia formare presso le autorità comunitarie.

Secondo il reclamo formale reso
pubblico da Brave
, Google si è resa protagonista
della violazione dell’articolo 51 della GDPR
– quello che stabilisce il principio del “limite di scopo” per la raccolta dei dati degli utenti. Secondo la norma, i dati personali vanno raccolti e processati per motivi specifici e ben definiti, e non possono essere utilizzati per scopi diversi da quelli ufficialmente dichiarati.

Stando a quanto evidenziato da Johnny Ryan di Brave, invece, Google funziona come una vera e propria “scatola nera” che raccoglie i dati attraverso decine di servizi Internet differenti (Web, app, ChromeOS), li accorpa e poi li processa per scopi non ben definiti in totale violazione delle regole della GDPR. Obbligare Google a cambiare tale comportamento equivarrebbe, secondo Brave, a una “separazione funzionale” dell’attuale struttura del business dell’advertising di Mountain View.

Brave ha da tempo espresso le proprie lamentele sulle pratiche opache di Google, e la nuova denuncia formale è stata depositata presso la Irish Competition and Consumer Protection Commission (ICCPC) che ha lo scopo di verificare la corretta applicazione della GDPR in Europa. Qualora le autorità comunitarie (ICCPC e non solo) non intervenissero, Brave è intenzionata a procedere anche da sola rivolgendosi ai tribunali in maniera diretta.