Dopo la micro-multa del Garante della Privacy italiano e i 5 miliardi di dollari dell’accordo con la Federal Trade Commission (FTC) statunitense, Facebook deve ora affrontare la prospettiva teorica di subire una multa dal valore massimo di 529 miliardi di dollari. Le autorità australiane sono ancora sul piede di guerra per lo scandalo Cambridge Analytica, e a quanto pare non si fermeranno fino al pronunciamento del giudice.
La nuova iniziativa contro Facebook è partita grazie all’Office of the Australian Information Commissioner (OAIC), che ha ufficialmente comunicato l’avvio di una causa legale in una corte federale per presunta violazione delle leggi australiane in difesa della privacy a opera della corporation statunitense.
Tramite la app This is Your Digital Life, dice l’OAIC, Facebook ha violato gli account di centinaia di migliaia di utenti australiani che non avevano dato alcun permesso all’uso dei dati a scopo di propaganda politica. Facebook non ha fatto abbastanza per difendere la privacy degli utenti, sostiene l’OAIC, rendendosi protagonista di un vero e proprio “fallimento sistemico” nel rispettare il Privacy Act 1988.
Il codice civile australiano prevede una sanzione massima di circa 86 milioni di dollari per singola infrazione, e nel caso in oggetto si parla di oltre 311.000 diverse violazioni per una cifra teorica totale di 529 miliardi di dollari. In attesa che parlino gli avvocati, per ora Facebook si è limitata a confermare la volontà di collaborazione dimostrata in questi due anni di lavoro assieme all’OAIC.